
“Il punto di vista” di Mariantonietta Valzano
La questione migranti ormai è buona per coloro che animano i salotti di vario tipo, coacervo di opinioni che viaggiano di qua e di là tra luoghi comuni ed epiteti che odorano di faciloneria.
Non è la prima volta che ne scrivo, ho approfondito alcuni aspetti diverse volte. Però adesso la mia penna ha l’odore della disfatta e il sapore della sconfitta. Mi hanno colpito le parole di Don Rosario Morrone parroco di Botricello (Catanzaro).
“Perché in un’epoca in cui siamo tutti intelligenti ancora ci sono queste situazioni?”.
Come se le nostre facoltà intellettive non riuscissero a garantire diversi modi di vita, un benessere generale a vantaggio di tutti.
Il problema è che se ancora ci sono guerre e sfruttamento del territorio e persone considerate come merce di scambio privo di importanza, non è una ineluttabile realtà, ma una realtà costruita una Umanità intelligente e tecnologica come non mai nella storia. Una Umanità evoluta.
Io mi sono chiesta come si sentono queste persone che partono in mare, quando la distesa azzurra a largo diventa un “orco nero”, pronto ad inghiottire vite come se fossero noccioline da spuntino. Queste persone spesso non hanno mai visto una riva di mare figuriamoci una tempesta in mare.
È terrore, almeno io credo sia puro terrore.
Mi attanaglia un dubbio: non sarà che considerare “la vocazione alla migrazione” attribuita “al carico residuale”, dichiarando apertamente che ci sono individui prossimi a merce-carico residuale, che come scopo della vita hanno quello di lasciare la propria terra d’origine per venire in un Paese come il nostro, che subito offre il marciapiede dell’accatonaggio, sia un tralasciare ragionamenti più coerenti e funzionali, magari consistenti per evitare le morti inutili a sfregio di questa Umanità svuotata di senso?
Forse il problema deve essere considerato “risolvibile” tenendo conto che le “persone” tendono a vocazionarsi alla propria terra, magari senza fame e senza guerra?
Come può fare la comunità internazionale, in tempi altamente tecnologici, che tanto sono vanto e fine di comunità che millantano un adeguato senso di sviluppo, a organizzare attività, interventi, politiche volte a evitare che rifugiati di guerra e di fame scappino su carrette che si sbriciolano?
Il paradigma migrante uguale traffico di umani deve essere sradicato, dando valore alle persone che magari, attraverso “corridoi umanitari” ufficiali organizzati dalle autorità ed Enti preposti, possano spostarsi e sopprimere definitivamente questi drammi di morte. Non è così scontato il movimento migratorio. Noi italiani siamo privilegiati perché con il nostro passaporto possiamo muoverci dove vogliamo; anche in passato è stato così, i nostri connazionali sono migrati con documenti alla mano in differenti parti del mondo, usufruendo di trasporti regolari. Gli attuali migranti provenienti da zone difficili come Siria, Afghanistan, Iran non possono avere la stessa possibilità attualmente per ragioni che sono sotto gli occhi di tutti. Ma in quei paesi noi, abituati ai nostri diritti, ci vivremmo?
Siamo veramente così “intelligenti” come ci consideriamo, come Don Rosario Morrone ci ha spietatamente e doverosamente ricordato, da poter progettare un futuro equo per tutti?
Non ci vogliamo arrendere al fatto che ci sono risorse per tutti in questo mondo, non occorre altro che renderle disponibili PER TUTTI.
Evitando ulteriori dubbi lascio ai lettori tutti, uomini e donne, una speranza: fino a quando un bambino cerca di salvare dall’Orco nero il fratellino più piccolo, allora l’Umanità può essere salvata, magari da progetti seri in odore di valori garantiti e condivisi per tutti.
Mariantonietta Valzano
Condivido tutto. Per fermare le morti in mare occorre che le risorse siano fruibili per tutti. Ardua impresa!
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Condivido tutto. Finché le risorse del pianeta Terra non saranno disponibili per tutti, ci saranno morti in mare. Per arrivare a una distribuzione equa delle risorse ci vorrá moltissimo tempo, se ci si arriverà; nel frattempo i costi in termini di vite umane, difficoltà economiche, guerre… saranno incalcolabili.
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Condivido quanto scritto. Intelligenza ed inter-esse possono divenire speranza vitale contro l’indifferenza e la negazione del diritto di ciascun essere umano ad ex-sistere.
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