Non riesco ad esprimere pienamente le sensazioni che provo ogni qualvolta un giovane poeta scrive alla nostra rivista e invia una sua opera. Uno spicchio di umanità palpitante che si offre, umilmente, teneramente, sinceramente. Uno spiraglio di emozioni che si disvelano affidandosi alla mia lettura e alla mia analisi, con sussiego e un misto di trepidante attesa, con l’ansia di essere letti e compresi, amati nelle loro sfaccettate e complesse sfumature poetiche. Sono straordinariamete affascinata dai tanti poeti che si celano apparantemente per poi aprirsi dinanzi a me, che percepisco attraverso le loro parole un mondo meraviglioso, ma anche travagliato, un universo profondamente autentico, ma anche tanto confuso. Detto questo, presento oggi una giovane poetessa che mi ha colpito per la sua scrittura matura, forte, vibrante. Si chiama Giorgia Deidda, ha 23 anni, proviene da Orta Nova in provincia di Foggia. Dice di sé: «Mi è sempre piaciuta la letteratura, soprattutto quella straniera, infatti frequento il terzo anno di lingue e letterature straniere all’università di Bari. Coltivo la passione della scrittura da molti anni ormai, scrivendo giornalmente. Mi piace la poesia confessionale e il racconto. Studio pianoforte e faccio danza classica.» Benvenuta e presto ci saranno altre perle della tua collana che riempiranno le pagine di Cultura Oltre!
Altro non sento che il vociare dei ruscelli
tra formicolii di stelle,
balugini di candida neve che si posano
rosate su un fiume di languore.
Mi cucio sulla lingua
qualcosa che assomiglia
a fiato di zucchero e cinnamono,
un retrogusto amaro.
Che cosa cerchi così pensoso?
Le separate, innumerevoli identità,
la voce estinta dentro le grida d’aiuto,
il suolo scettico, il cupo destino,
l’antichissimo impulso che rende liberi.
Tutto questo ai limiti, incollato alla lingua
come verità assoluta,
nella vita che diventa vita
e rinasce in se stessa.
Giorgia Deidda

ph Eleonora Mello