“Rinascita” di Giorgia Deidda


In un’atmosfera intrisa di metaforiche sembianze, improvvisa emerge la voglia di guardare oltre il dolore della vita e offrirsi alla straordinaria capacità di reinventarsi e di rinascere. Una poesia intensa, descrittiva, ma nello stesso tempo, forte per le introspezioni profonde. [M-R. Teni]

Sedevo alla finestra, il dolore muto.

Ascoltavo le rondini riecheggiare volteggiando

in spirali tortuose e arabeggianti,

mentre io rimanevo vuota come un sacco tagliato

dietro il vetro, le mani a conca sul viso.

Non seppi come, ma il sole mi brillò da una fessura delle dita

e mi rischiarò il volto, timido.

Fece capolino su tutti i capelli e mi colorò d’oro,

che quasi non potetti non alzare gli occhi e guardare.

Sembrava spingermi con il suo raggio fulmineo

a guardare la maestosità del suo cielo,

a respirare grandi boccate d’aria,

per la mancanza che avevo e il dolore che mi perforava le membra.

Uscii dunque e risanai;

pian piano l’ossigeno mi entrava dentro e riparava

tutto quello che di rotto si era creato

e il cielo mi radiava gli occhi, commistione di luce e azoto

e le rondini mi sorridevano alle orecchie.

Ridiventai integra e compatta, un pezzo senza crepe, ceruleo.

Il dolore era rimasto

dietro la finestra.

Giorgia Deidda

ph mrt

Giorgia Deidda, ha 25 anni e viene da Orta Nova in provincia di Foggia. Frequenta l’università di studi di Bari, precisamente lingue, e studia il russo, il tedesco e l’inglese. Si diletta nella scrittura da anni, ma è diventata una vera e propria passione, tant’è che ha vinto vari concorsi. L’arte in generale è ciò che ama di più.

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