In questo periodo la nostra rivista è pervasa dall’atmosfera densa di poesia, suscitata dall’onda del riscontro assai lusinghiero che si sta ricevendo dalla partecipazione dei tanti poeti al Premio letterario Vitulivaria. Ci si rende sempre più consapevoli del bisogno di poesia che invade l’animo di tutti noi, esseri umani confusi e disorientati. Mi ha emozionato leggere una poesia inviata da una nostra affezionata collabroratrice Maria Rosaria Perrone che, in versi liberi e di raffinata eleganza, trasferisce la bellezza del mondo poetico e la sua universalità, valorizzando la funzione salvifica e catartica del “fare poesia”. Ci si interroga ancora oggi cosa sia la poesia, a cosa possa servire, ma è proprio leggendo gli straordinari versi finali credo che si trovi la giusta riposta: “… continua a consolare coi suoi versi ogni animo in affanno, accarezzando il cuore di tutti senza alcuna distinzione”. [Maria Rosaria Teni]
Cos’è la poesia?
La poesia è
la lingua dell’anima.
Un bene imperituro,
che gli amanti dell’economia
giudicano superfluo –
invendibile.
Al suono della parola poesia,
ai ragionieri del sapere
il naso si deforma,
s’arcuano le sopracciglia
e le labbra si stringono con
un ghigno.
La preferenza è
per il notabilato,
poco importa
cosa racconta,
ma il poeta
non s’abbatte,
continua a consolare
coi suoi versi
ogni animo in affanno,
accarezzando il cuore
di tutti senza alcuna
distinzione.
Maria Rosaria Perrone