Mi ha colpito la poesia di Andrea Migliorini “Noi poeti” per diversi motivi. Intanto perchè scritta da un diciottenne di Monza che si presenta con queste parole: «Ho sempre coltivato la poesia come un amore segreto, fin dall’ infanzia, quando scrivevo su fogli di carta che ancora conservo. Ora, da qualche tempo, sento la necessità e il bisogno di confrontare e di confrontarmi con il mondo, con il mio tempo. Per questo ho deciso di scriverle e di affidarle alcune delle mie opere.» e quindi mi ha fatto piacere constatare che esistono giovani sensibili che affrontano e scandagliano le proprie emozioni che scaturiscono dal confronto con l’ambiente in cui vivono, con il mondo di oggi così ben strutturato sulla superficialità e sulla banalità. Inoltre ho notato il suo stile asciutto, incisivo, ricco di immagini forti eppure altamente liriche e appena sofisticate. Una scrittura poetica di qualità che è ricca di metafore e simbolismi che sembrano nascere d’improvviso da una sensibilità vivida. In questa poesia Andrea esprime la condizione comune dei poeti in questo mondo eccessivamente tecnologico e privo di sensibilità e lo fa con ardore, come vuole la sua giovane età, ma contemporaneamente, con perizia da novello vate. [M.R.Teni]
Noi poeti, dell’assoluto strumenti,
viviamo soli e vediamo il mondo:
corriamo dove porta la bellezza,
come la notte insegue il giorno,
come un lupo la sua cerva.
Affamati, impauriti,
predatori del tempo
e prede dell’amore.
Ladri di gioielli e spade
che voi non conoscete.
Costruiamo collane
che nessuno indosserà,
ruberemo voci
che nessuno ascolterà.
Noi poeti splendiamo
e siamo come le stelle,
ridiamo in questo cielo morto,
piangiamo sotto la luce dei lampioni.
Noi poeti resistiamo,
come fuoco che scalda:
sorge il sole,
ma tornerà la luna;
sbocciano i fiori,
ma tornerà l’autunno.
La nostra è una parola
che illumina e resta.
Andrea Migliorini