“Dominio”
di Marco D’Eramo
Questo saggio è scritto in modo scorrevole, accurato e molto esplicativo. In realtà non è un libro da leggere, ma é un testo da studiare per conoscere e comprendere appieno le radici e le propaggini filosofiche del neoliberismo, plasmatore e conduttore dei tempi contemporanei. Non ho fatto alcun mistero della mia totale avversione verso tali teorie economiche, pertanto, ciò che vado ad illustrare avvalora le ragioni del mio punto di vista, che ritengo anche legittimo nella sua espressione in un mondo dove si deve perseguire il dialogo dialettico a scapito dell’autocratico.
Il testo di D’Eramo analizza da dove inizia il neo-liberismo, dove viene promulgato, quali effetti si prefigge, come cambia la società e i valori su cui si costruisce un nuovo schema di civiltà, dove ha portato la filosofia neo-liberista.
Andiamo per ordine, partendo da dove nasce, in America, negli Stati Uniti, nell’immediato dopoguerra, quando le famiglie americane più facoltose, proprietarie di fabbriche di armi, industrie farmaceutiche, campi di cotone si riuniscono e mettono insieme le loro paure per le rivoluzioni che il mondo sta vivendo, in una deriva che potrebbe privarli dei loro privilegi. Tali moti d’animo per la perdita del loro status socio-economico è talmente coinvolgente da far notare come alcuni pensatori economici, Von Hayek in primis, stia elaborando delle strategie economiche atte a consolidare e incrementare la difesa di un’economia di mercato dove quest’ultimo è una sorta di dio che anima e regola tutto e per tutto, s’intende dalla concezione dell’uomo al suo destino.
Da qui le basi dello stravolgimento della concezione di uomo, che viene inteso come “capitalista di sé stesso”, cioè padrone del suo capitale umano. Intendiamo ora cosa significhi per il neo-liberista il capitale umano: esso è ciò che si possiede e da cui si può trarre soddisfazione per i propri bisogni, siano essi materiali, come l’acquisto o il possesso di cose, il raggiungimento dello status di potere, oppure bisogni di tipo psicologico-affettivo, come le madri che crescono i figli per poi, in un futuro immediato e a lungo termine, avere un ritorno di riconoscenza affettiva o assistenza in vecchiaia.
Essendo tutti padroni del proprio capitale, siamo tutti capitalisti; come tali, decade la struttura imprenditore-padrone/operaio-lavoratore, quindi lo stato sociale con le sue regole che hanno dato luce ai diritti dei lavoratori, tutelato i più fragili, promulgato percorsi per un “ascensore sociale”, non ha più ragion d’essere poiché il rapporto tra individui (non più persone) è un rapporto tra capitalisti. All’interno di questo rapporto l’unica regola è la competitività senza regole. Ovviamente la competizione dà luce solo a due tipi di categorie dove vengono contemplati i vincitori e i perdenti.
Dove vengono promulgate queste idee? Nelle Università. Le famiglie elencate da D’Eramo possiedono fondazioni dal bilancio pari alla somma del debito pubblico di più Stati europei aggregati. Pertanto, nelle varie Università che ci sono, individuano i docenti che sono più consoni alle idee del “there is no alternative” di thatcheriana memoria, che sono la colonna portante del neo-liberismo, finanziando quegli atenei e quei corsi. Poi queste idee veicolate nella culla del sapere vengono elaborate nei THINK TANK dove prendono vita progetti che vanno a plasmare le politiche degli Stati. Quindi, attraverso vari tipi di paradossi, si attuano politiche improntate sul flusso di denaro nella deregulation del mercato, declinando come assurde tutte quelle riforme che mirano alla tutela di un Servizio Sanitario Nazionale e alla tutela dei più deboli, della scuola pubblica, poichè attraverso una rete di informazione che li declina come Mali peggiori della cura attraverso paradossi sofistici, sarebbero peggio dei problemi che si debbono affrontare.
Nell’ambito della giustizia si effettua un’analisi e un bilancio dei reati da punire, calcolando i benefici di una non pena per alcuni reati che assicurano il mantenimento dello status quo senza spesa.
Che tipo di società è una società neo-liberista? È una società che toglie ai molti e dà a pochi, che impoversisce la natura delle sue risorse, avvelena acqua e cieli, facendo incrementare la fame e crea conflitti. Una società dove la delinquenza fa vivere i ricchi in giardini blindati come galere di lusso e i poveri in favelas pestilenziali, incubatrici di odio.
Una società dove la libertà perseguita senza regole fa si che un individuo è assolutamente libero, tanto libero da vendersi anche come schiavo. Questa pornografia sociale genera prostituzione, schiavitù, tratta degli esseri umani in particolare donne e minori, traffico di organi e di neonati. Come si può allora asserire che il neo-liberismo afferisce i suoi valori nella religione i suoi fondamenti? Quale religione è una di simili attitudini? Una religione piegata alla superstizione e agli obiettivi del mantenimento di differenze socio culturali che garantiscano a vita il mantenimento della differenza di stato e classe sociale.
Concudo dicendo che ho cercato di mettere in luce solo una piccola parte del testo, che resta da leggere per virtù di consapevolezza e responsabilità di cittadinanza. Ma devo comunque notare un dato: il testo prende in esame solo gli Stati Occidentali, nello specifico gli USA. Su questo, non sono convinta che nelle economie capitaliste comuniste come Russia e Cina con oligarchi e autarchi potenti, non vi siano gli stessi meccanismi e le stesse regole del “vaso da riempire fino al traboccamento”.
Quindi mi aspetto dall’autore un’altra opera che affronti tale aspetto dell’economia mondiale.
Mi auguro che, come tutte le epoche che sono transitate nella storia dell’Umanità, questa deriva neo-liberista finisca presto e si possa trovare una via di sviluppo non fondata sul consumismo del pianeta ma sul benessere di tutti… che non è assurdo perseguire come obiettivo primario in un mondo globale dove ci si dovrebbe convivere.
Dopo una pandemia, con flussi migratori fuori controllo per le tante guerre che ci sono, dopo tutti i cambiamenti climatici che stanno distruggendo la Terra e noi con essa, si possa affacciare un nuovo corso, più umano, dove le persone possano felici e vivere in pace.
Mariantonietta Valzano