“Litania per la sopravvivenza” di Audre Lorde


Per quelle di noi che vivono sul margine
ritte sull’orlo costante della decisione
cruciali e sole
per quelle di noi che non possono lasciarsi andare
ai sogni passeggeri della scelta
che amano sulle soglie mentre vanno e vengono
nelle ore fra un’alba e l’altra
guardando dentro e fuori
e prima e poi allo stesso tempo
cercando un adesso che dia vita
a futuri
come pane nelle bocche dei nostri figli
perché i loro sogni non riflettano
la fine dei nostri;

Per quelle di noi
che sono state marchiate dalla paura
come una ruga leggera al centro delle nostre fronti
imparando ad aver paura con il latte di nostra madre
perché con questa arma
questa illusione di poter essere al sicuro
quelli dai piedi pesanti speravano di zittirci
Per tutte noi
questo istante e questo trionfo
Non era previsto che noi sopravvivessimo.

E quando il sole sorge abbiamo paura
che forse non resterà
quando il sole tramonta abbiamo paura
che forse non sorgerà domattina
quando abbiamo la pancia piena abbiamo paura
dell’indigestione
quando abbiamo la pancia vuota abbiamo paura
di non poter mai più mangiare
quando siamo amate abbiamo paura
che l’amore svanirà
quando siamo sole abbiamo paura
che l’amore non tornerà
e quando parliamo abbiamo paura
che le nostre parole non verranno udite
o ben accolte
ma quando stiamo zitte
anche allora abbiamo paura

Perciò è meglio parlare
ricordando
non era previsto che sopravvivessimo.
Audre Lorde
D’amore e di lotta. Poesie scelte a cura di WiT, Women in Translation (Le Lettere, Firenze 2018)

Audre Lorde (propr. Audrey Geraldine). – Poeta e attivista statunitense di origine caribica (New York 1934 – Saint Croix 1992). Nata ad Harlem da genitori originari di Grenada, immigrata e nera negli Stati Uniti del periodo a cavallo tra la Grande depressione e il maccartismo, dalla precoce esperienza della discriminazione in quanto fattore disgregante della psiche e dell’identità individuale ha costruito un percorso di riscatto che si muove sui fronti paralleli dell’impegno politico a smantellare le dinamiche oppressive e i pregiudizi razziali e sessisti, e – sul piano letterario – di un personalissimo esercizio della poesia come lotta per difendere le proprie percezioni collegando parole, emozioni e realtà in un tessuto alternativo al linguaggio comune e in grado di trasformare la rabbia in azione e affermazione del sé. Omosessuale e militante femminista, fondatrice con B. Smith della casa editrice Kitchen Table: Women of Color Press, teorica di un potere dell’erotico come forza creativa e strumento di conoscenza sottratto alle donne dal sessismo patriarcale, dal luogo privilegiato di una “casa della differenza” – in cui vigono strategie connettive e inclusive e dove si gettano ponti tra somiglianze e differenze – si è battuta contro i sistemi di potere asimmetrici, lottando per affermare i diritti delle donne nere e delle lesbiche e appoggiando la causa delle donne sudafricane contro l’apartheid. Della sua copiosa bibliografia si citano qui, tra le altre, le raccolte poetiche The first cities (1968), Cables to rage (1970), From a land where other people live (1973), New York Head Shop and Museum (1974), The black unicorn (1978), Our dead behind us (1986) e The marvelous arithmetics of distance (post., 1993), e i saggi Uses of the erotic. The erotic as power (1978), I am your sister: black women organizing across sexualities (1986) e A burst of light: essays (1988). Sul percorso umano e artistico di L. nel 2003 la regista J. Abod ha diretto The edge of each other’s battle: the vision of Audre Lorde, mentre è del 2012 il documentario di D. Schultz Audre Lorde. The Berlin years 1984 to 1992; tradotti tardivamente in Italia, nel 2014 sono stati pubblicati la miscellanea di scritti politici Sorella outsider – comprendente le raccolte The cancer journals (1980), Sister outsider (1984) e A burst of light (1988) – e l’”autobiomitografia” edita nel 1982 Zami: a new spelling of my name. [ Enciclopedia Treccani]

Una sua frase per conoscerla meglio:
“IO SONO NERA PERCHÉ PROVENGO DALL’INTERNO DELLA TERRA.”