“I versi” di Titos Patrikios


I versi sono come i figli.
Crescono nelle viscere con rumori segreti,
soffrono dentro di te, si ammalano,
poi inaspettatamente crescono,
un giorno ti si rivoltano contro,
contro di te che hai dato loro vita,
finché poi se ne vanno per sempre
e non sono più soltanto tuoi.
Titos Patrikios
La resistenza dei fatti (Crocetti, 2007)

ph mrt

Titos Patrikios (Τίτος Πατρίκιος, Atene 1928), poeta, giornalista e sociologo, ha partecipato alla lotta di resistenza subendo poi il confino. Ha sempre concepito la sua poesia anzitutto come testimonianza, rimedio all’oblio, inesausta esortazione al ricordo dei compagni uccisi durante l’occupazione nazifascista, della barbarie vissuta e mai del tutto debellata, del dolore che non solo lui, ma un’intera generazione, un popolo, un mondo hanno patito. Fortemente condizionata da quelle tragiche esperienze, la sua poesia ha serbato costante l’impegno della testimonianza, lasciando tuttavia spazio all’irruzione dei sentimenti più intimi (Χωματόδρομος “Strada sterrata”, 1954; Μαϑητεία “Apprendistato”, 1963; ᾿Αντιδικίης “Contestazioni”, 1981; Μαϑητεία ξανά “Ancora apprendistato”, 1991).