IL PUNTO DI VISTA – “Le donne” di Mariantonietta Valzano


 

lente ingrandimento

“Il punto di vista” di Mariantonietta Valzano

In questo mese dedicato alle donne ho molto riflettuto su cosa fosse importante sottolineare. La prima cosa è che si deve pensare la donna non in contrasto o contrapposizione con l’uomo, ma come valore aggiunto, come contributo e attributo fondamentale alla crescita dell’Umanità.

Ci sono innumerevoli esempi di come la donna abbia contribuito alla scoperte scientifiche; noi abbiamo uno degli esempi più fulgidi in Rita Levi Montalcini, oppure di come abbia dato impulso al proprio Paese, vedi la Regina Elisabetta I e Vittoria e  la Lady di ferro Margaret Thatcher (al netto delle critiche alla sua politica neoliberista), Indira Ghandi mentre, per stare al di fuori dei nostri confini, la senatrice Lina Merlin, Nilde Iotti Tina Anselmi e potrei andare avanti fino ai giorni nostri.

Le donne sono medici, insegnanti, filosofe, da Ipparchia nel 300 A.C. a Margaret Fuller, Hannah Arendt.

Il mondo della scienza e del pensiero è anche donna, come il mondo delle lettere, Dacia Maraini, Isabelle Allende, Virginia Wolf, Jane Austen, Emily Dickinson, Alda Merini…. E oltre.

Ma allora perché non siamo ancora a nostro agio da nessuna parte e dobbiamo sempre dimostrare di valere qualcosa?

La cara Angela (Merkel) e l’esimia Ursula (von der Leyen) magari in questo momento potrebbero non essere d’accordo con me; io purtroppo obietto loro che molta della nostrana Intellighenzia ha fondato una cultura al maschile in Italia sin dai tempi antichi. Per farsi “vedere” bisogna valere doppio e dalle varie indagini statistiche che non mi metto a sciorinare, che sovente vengono illustrate senza risultato alcuno nei vari programmi di approfondimento televisivi, emerge senza appello che anche nel luogo di lavoro le donne sono o in subordine o penalizzate se rientrano dalla maternità (quando viene accettata la maternità!) o insultate con varie occhiate e risatine se …per caso ?!?!…non per merito??? occupano posti di responsabilità!

WhatsApp Image 2021-03-02 at 11.41.00Ecco questo, nel nostro famigerato III millennio, fatto di tecnologia e Finanza, non valorizzare il contributo femminile è un grande tallone di Achille. Già perché le donne arrivano per merito, preparazione e competenza in molti ruoli, ma non vengono adeguatamente corrisposti. È una perdita di risorse, di conoscenze, di risultato.

Io sono ideologicamente contraria all’elemosina delle quote rosa. Non si deve costringere a dare a una donna un seggio in Parlamento, perché la medesima lo guadagna, lo merita il seggio e lo mette a frutto nel Paese dove vive. Non si deve costringere nessuno a concedere a una donna un posto di Funzionario o Dirigente di qualsiasi Ente o Industria, perché la donna ne ha le competenze!

Con la preparazione, la competenza e nessuno dovrà mai permettersi di sghignazzare al passaggio di una donna, o non ascoltare e valutare ciò che pensa perché tanto quell’incarico è stato “concesso” forzatamente.

Credo che occorra un nuovo modo di educare e valutare la figura femminile in ogni dove. Credo che se si vuol vincere la sfida di un mondo migliore bisogna mettere insieme l’equilibrio razionale maschile e la capacità analitica femminile mosaico di mille e mille particolari.

Bisogna imparare a dare frutto alla collaborazione, bisogna imparare a stimare le persone uomini o donne che siano.

Un cambio di passo, un valorizzare attraverso il porre attenzione alla persona.

Oggi siamo flagellati da femminicidi perché le donne hanno lottato per secoli per guadagnarsi diritti che agli uomini sono sempre stati concessi come privilegi. Se sono diventate qualcosa in più dell’angelo del focolare (valore sacrosanto se per scelta e non per obbligo) lo si deve per la loro tenacia, alla loro resistenza che le hanno plasmate nel dolore, nel sacrificio, nella lotta continua che le ha portate al voto, al diritto di famiglia, alla considerazione sociale, alla auto-determinazione di sé.

Gli uomini purtroppo non sono stati abituati a guadagnarsi il diritto alla propria autodeterminazione perché gli è stato sempre concesso come insito nella loro condizione di uomo.

Questo ha alimentato frustrazione, probabilmente perché non si è fatta una scelta “in avanti“ a livello educativo-culturale (e qui chiamo in causa le madri e la società politica con pari responsabilità).

Spero che dopo questa pandemia si possa raggiungere con tempi CERTI, una vera e reale condizione di parità di genere tra uomo e donna. Una parità produttiva che sappia valorizzare le differenze e condividere le capacità perché camminando insieme gli Uni di fianco alle Altre si potrà andare lontano, mentre l’equilibrio lungimirante razionale guarda avanti e l’analisi profonda e accurata delle parti non farà cadere questa nostra Umanità in qualche disastroso e definitivo baratro da cui non si potrà più riemergere.

Mariantonietta Valzano