“Consigli per letture” – novembre 2017 – a cura di Mariantonietta Valzano


 

Una donna e la sua musica: Maddalena Laura Lombardini Sirmen e la Venezia del XVIII secolo di Maria Rosaria Teni – Bibliotheca Minima, Collana “Scriptorium”, anno 2007 pagine:125 – ISBN:88-85204-53

Gentili lettori, in questi giorni stiamo assistendo sempre più frequentemente a discussioni incentrate sul ruolo della donna, sulla questione di genere e sulla personalità femminile in generale che viene messa sotto la lente della ricerca e della storia. A questa tematica mi affiderei  per  parlare  di un saggio che ho letto ultimamente e che analizza la storia delle donne nel percorso che queste hanno compiuto in un contesto storico, affascinante e poco conosciuto,  rappresentato da Venezia, offrendo un ritratto dell’esuberante realtà musicale della Serenissima in Età Moderna all’interno dei quattro Ospedali (dei Mendicanti, della Pietà, degli Incurabili e dei Derelitti, noto quest’ultimo anche come Ospedaletto), istituti di accoglienza presenti nella Repubblica veneziana e divenuti emblematici per aver rappresentato luogo di recupero, redenzione, dimora per tanti poveri, miserabili, emarginati dell’epoca. Il saggio – “Una donna e la sua musica: Maddalena Laura Lombardini Sirmen e la Venezia del XVIII secolo” – è stato scritto da una ricercatrice salentina, Maria Rosaria Teni, la quale da storica della musica ha sentito il bisogno di indagare nel patrimonio storico e artistico della nostra Italia, in cui sono esistite tante figure, specialmente femminili, assai interessanti ma poco conosciute e soprattutto scarsamente divulgate. La stessa autrice, in diverse interviste che ha rilasciato per spiegare l’origine delle sue ricerche, ha affermato di essere stata attratta dall’attività musicale di giovani musiciste che hanno creato pagine di musica di ottimo livello e qualità.
 Il panorama di Venezia e degli Ospedali Veneziani è stato ispiratore da questo punto di vista, perché all’interno di esso c’era una fiorente attività di musiciste, caso molto particolare visti i tempi – nel XVIII secolo –  in cui la musica era preclusa alle donne. In realtà il fenomeno si andava già manifestando in altre città come Napoli, Bologna, con allievi di sesso maschile, ma a Venezia questi istituti, precursori dei Conservatori divengono una vera e propria fucina di talenti con la prestigiosa l’attività dei Cori composti esclusivamente da fanciulle. La studiosa indaga con scrupolosità l’attività degli Ospedali, studiando la storia delle musiciste che vivevano al loro interno: erano le “putte” dei cori” e, attraverso i documenti che vengono presentati nel volume, si scopre che trascorrevano le giornate sottoposte una ferrea disciplina secondo cui il tempo era scandito dallo studio e dalle altre mansioni a cui ciascuna di loro era tenuta. Si conosce così la storia di queste giovani donne che, dopo aver studiato in uno degli Ospedali, sono diventate famose in Europa per le loro capacità artistiche, sia come strumentiste che come compositrici, ricoprendo ruoli all’epoca assegnati ai soli uomini.
Il volume che consiglio in questa sede, si propone di esaminare le dinamiche relazioni esistenti tra gli Ospedali Veneziani, istituzioni assistenziali presenti nella Repubblica Veneta fin dal XIV secolo e la nascita di “Cori” all’interno di essi, con lo sviluppo dell’attività musicale ad opera di fanciulle ivi alloggiate. Si approfondisce inizialmente il contesto storico e sociale, importante per l’affermazione delle strutture assistenziali, sempre più famose per la caratteristica specializzazione musicale acquisita dalle giovani donne ospitate all’interno. Si analizza in seguito l’ampliarsi di un fenomeno che vede giovani musiciste di grande talento in grado di esibirsi davanti ad un pubblico accorso a Venezia da ogni parte d’Europa e che determina l’attribuzione di scuole di musica conferita agli Ospedali, visti ormai come naturali antesignani dei moderni Conservatori di musica. La fama dei concerti eseguiti dalle “Figlie di Coro” degli Ospedali ha generato una piccola rivoluzione nel mondo musicale europeo, tradizionalmente dominato dalla presenza di musicisti di sesso maschile.

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Immagine tratta da “Gli abiti dei veneziani” di Giovanni Grevenbrock, Biblioteca del Museo Correr

Nella seconda parte del libro si approda alla conoscenza di Maddalena Lombardini, figura emblematica di “Figlia di Coro”, allieva di uno dei quattro grandi Ospedali, quello dei Mendicanti, dotata di doti straordinarie, una delle prime compositrici a guadagnarsi il merito di protagonista nei più grandi teatri d’Europa, raffinata esecutrice e virtuosa interprete accanto a musicisti di indiscussa notorietà. In appendice al volume è, infine, riportata la famosa lettera scritta da Tartini alla giovane allieva Lombardini, primo esempio di lezione per corrispondenza in quanto indica gli esercizi da eseguire per una perfetta esecuzione della tecnica del violino.

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Maddalena Laura Lombardini Sirmen – Venezia, 9 dicembre 1745 – Venezia, 18 maggio 1818

Maddalena Lombardini è stata una delle prime a rompere il vincolo a cui erano sottoposte le Figlie del Coro, quello di non esibirsi pubblicamente, e ad intraprendere un’intensa carriera concertistica, E questa è senz’altro una grande conquista, se pensiamo che qualche decennio prima papa Innocenzo XI aveva dichiarato in un editto che “la musica è completamente ingiuriosa per la modestia che è propria per il sesso femminile” e ancora che “nessuna donna nubile, sposata o vedova di qualsiasi rango, stato o condizione, incluso quelle che per l’educazione o altro vivono in conventi o conservatori, possono, sotto qualsiasi pretesto imparare la musica”.
Pur essendo un saggio, il libro è tuttavia coinvolgente: l’autrice ci racconta, con passione e rigore scientifico,  la vita negli Ospedali, la storia delle putte, la loro personalità, grazie anche ad una serie  di riferimenti illuminanti, che ne arricchiscono  la descrizione, consegnandoci un testo chiaro nei contenuti, prezioso e molto ben documentato che  offre alcuni spunti per ulteriori approfondimenti anche per l’accuratezza dei riferimenti bibliografici e per la ricchezza delle note, indice di serietà e fedeltà storica. Si apprezza anche il fatto che l’autrice abbia inserito un paio di riproduzioni in bianco e nero; permette piacevolmente una qualche visualizzazione della realtà descritta. Molto interessante leggere accenni alla struttura politica e sociale specifica di Venezia attraverso una scrittura scorrevole e fluida. Non mi resta, pertanto, che augurarvi una buona lettura!
Mariantonietta Valzano

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Ospedale della Pietà nella Venezia di oggi