“Foglie” di Giorgio Caproni


Quanti se ne sono andati…
Quanti.
Che cosa resta.
Nemmeno
il soffio.
Nemmeno
il graffio di rancore o il morso
della presenza.
Tutti
se ne sono andati senza
lasciare traccia.
Come
non lascia traccia il vento
sul marmo dove passa.
Come
non lascia orma l’ombra
sul marciapiede.
Tutti
scomparsi in un polverio
confusi d’occhi.
Un brusio
di voci afone, quasi
di foglie controfiato
dietro i vetri.
Foglie
che solo il cuore vede
e cui la mente non crede.
Giorgio Caproni

Tutte le poesie, Milano, Garzanti, 1983.

Giorgio Caproninasce a Livorno il 7 Gennaio 1912, è stato poeta e critico italiano. Inizia gli studi a Genova, ma dal 1939 si trasferisce a Roma, dove rimarrà per tutta la vita. Partecipa alla Resistenza italiana e dopo la fine della guerra diviene maestro di scuola elementare; convola a nozze con la sua storica compagna Rosa Rettagliata, vera identità della Rina delle sue opere.
Nota la raccolta delle sue poesie fino al 1956 intitolata Il passaggio di Enea, in cui emerge la vicenda autobiografica della partecipazione alla guerra e alla Resistenza. Muore a Roma il 22 Gennaio 1990.
“La sua poesia, che mescola lingua popolare e lingua colta e si articola in una sintassi strappata e ansiosa, in una musica che è insieme dissonante e squisita, esprime un attaccamento sofferto alla realtà quotidiana e sublima la propria matrice di pena in una suggestiva ‘epica casalinga’. Gli accenti di aspra solitudine delle ultime raccolte approdano a una sorta di religiosità senza fede” (Enciclopedia della Letteratura, Garzanti)