“I fiori vengono in dono” di Amelia Rosselli


I fiori vengono in dono e poi  si dilatano
una sorveglianza acuta li silenzia
non stancarsi mai dei doni.
Il mondo è un dente strappato
non chiedetemi perché
io oggi abbia tanti anni
la pioggia è sterile.
Puntando ai semi distrutti
eri l’unione appassita che cercavo
rubare il cuore d’un altro per poi servirsene.
La speranza è un danno forse definitivo
le monete risuonano crude nel marmo
della mano.
Convincevo il mostro ad appartarsi
nelle stanze pulite d’un albergo immaginario
v’erano nei boschi piccole vipere imbalsamate.
Mi truccai a prete della poesia
ma ero morta alla vita
le viscere che si perdono
in un tafferuglio
ne muori spazzato via dalla scienza.
Il mondo è sottile e piano:
pochi elefanti vi girano, ottusi.

Amelia Rosselli


“Poesie”
a cura di E. Tandello, Garzanti, Milano, 1997

(Parigi 1930 – Roma 1996)

Amelia Rosselli nacque a Parigi, da Carlo Rosselli, uno dei capi italiani della Resistenza antifascista, e da Marion Cave, un’attivista cattolica irlandese. Nel 1929, dopo essere scappato da una prigione fascista, Carlo Rosselli si spostò in Francia con la sua famiglia, dove nacque Amelia. Nel 1937, fu assassinato, e dopo l’occupazione nazista della Francia, nel 1940, Amelia, la madre ed i fratelli si spostarono prima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti. Li Amelia frequentò il liceo, studiando l’italiano d’estate. Nel 1946, tornò in Italia, ma poiché non le vennero riconosciuti i suoi studi, tornò in Inghilterra, dove studiò musica e composizione. Nel 1948, si spostò a Firenze, e dopo la morte della madre, iniziò a tradurre dall’inglese per la casa editrice Edizioni di Comunità. Ma lo stress del lavoro, la morte della madre ed i suoi studi intensi, le causarono un esaurimento nervoso, e nel 1969 le fu diagnosticato il morbo di Parkinson.
Nonostante i suoi problemi, Amelia Rosselli continuò a studiare musica ed etnomusicologia, ed iniziò un’amicizia intensa con lo scrittore Rocco Scotellaro, che più avanti le presentò Carlo Levi. Nel 1963, apparsero ventiquattro sue poesie nella prestigiosa rivista letteraria Il Menabò, curata da Italo Calvino. L’anno successivo uscì la sua raccolta di poesie, Variazioni belliche, edito da Garzanti.
Nel 1981, uscì Impromptu, un poema lunghissimo diviso in tredici sezioni, e nel 1983, Appunti sparsi e persi, scritti tra il 1952 e il 1963. Molti dei suoi racconti in prosa, uscirono invece nel 1968, con il titolo Diario ottuso.
La capacità di questa scrittrice di passare dall’italiano al francese, all’inglese, emerge nelle sue raccolte di poesie, una antologia delle quali, è uscita con il titolo di Antologia poetica, pubblicata da Giacinto Spagnoletti, nel 1987.
Apprezzata da molti illustri scrittori, è sempre rimasta una sorta di straniera nel panorama culturale italiano ed una scrittrice solitaria.
Amelia Rosselli ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Roma, dove è morta suicida nel 1996.