“Onorate acque” di Veronica Gàmbara


Onorate acque, e voi, liti beati,
ove il ciel più tranquillo e più sereno
che in altra parte si dimostra, e appieno
sparge i suoi doni, a tutti altri negati,

se i versi miei fosser di stil sì ornati,
come di buon voler, l’almo ed ameno
vostro sito, di grazia e valor pieno,
farian eterno, e voi cari e pregiati.

Ma le mie roche rime e ‘l basso ingegno,
troppo ineguali a vostra grande altezza,
non ardiscon cantando andar tant’alto,

chè ragionar di voi non fòra degno
qual si voglia gran stil pien di dolcezza;
però con l’alma sol v’onoro e esalto.
Veronica Gambara

In un tempo in cui il poetare era prerogativa solo maschile, e riservata ai nobili,Veronica Gambara si distingue per il suo poetare deciso e autorevole. Poetessa fra le più note del Cinquecento italiano, Veronica Gàmbara, figlia del conte Gian Francesco e di Alda Pia dei principi di Carpi,  nacque a Pratalboino, vicino Brescia, nel 1485, in un’aristocratica famiglia, e ricevette una raffinata educazione umanistica, studiando il greco e il latino, la filosofia e la teologia. Sposata a ventiquattro anni a  Gilberto X, signore di Correggio, lo amò e visse con lui un felice matrimonio fino al  1518, anno in cui divenne vedova.Veronica riuscì a conciliare felicemente gli affari politici e l’attività letteraria,  intrattenendo corrispondenze con molti letterati ed uomini illustri dell’epoca, come il Bembo, il Bandello, l’Ariosto, l’Aretino, persino l’Imperatore Carlo V, che ebbe anche ospiti  alla sua corte, e, estimatrice del Petrarca,  producendosi, su moduli moderatamente  petrarchistici, in rime  leggiadri ed eleganti ispirate da sentimenti autentici e non da puro spirito imitativo del suo modello.Veronica Gàmbara morì a Correggio nel 1550; le  sue Rime, comprendenti prevalentemente sonetti,  ma anche madrigali, stanze, ottave e una frottola, in cui spazia dai temi personali a quelli religiosi, con riflessioni sul tempo, sulla brevità della vita e sulle vanità umane, apparvero sparsamente  in diverse raccolte già nel 1554,  ma furono ordinate in volume per la prima volta solo nel 1579.
Francesca Santucci

Veronica Gàmbara