“Oggi più che mai, è necessario che i giovani sappiano, capiscano e comprendano: è l’unico modo per sperare che quell’indicibile orrore non si ripeta, è l’unico modo per farci uscire dall’oscurità”.
Elisa Springer
La farfalla
L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
L’ultima
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
Pavel Friedman
Pavel Friedmann, nato a Praga il7 gennaio 1921, è stato un poeta ebreo cecoslovacco assassinato durante l’Olocausto. Poco si sa dei suoi primi anni di vita. Quando aveva 21 anni, le autorità tedesche occupanti lo fecero trasportare da Praga al campo di concentramento di Theresienstadt, nella città fortezza e guarnigione di Terezín (nome tedesco Theresienstadt), in quella che oggi è la Repubblica Ceca . Il suo arrivo fu registrato il 28 aprile 1942. Il 4 giugno 1942 scrisse la poesia “La farfalla” su un pezzo di carta sottile. Molte delle sue poesie furono scoperte dopo la liberazione della Cecoslovacchia e successivamente donate al Museo Ebraico di Stato (ora Museo Ebraico di Praga ). Il 29 settembre 1944 fu deportato nel campo di concentramento di Auschwitz , dove fu assassinato.