“La vita non è uno scherzo” di Nazim Hikmet


La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non é uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla é più bello, più vero della vita.

Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.
Nâzim Hikmet

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Nazim Hikmet è uno scrittore turco (Salonicco 1902 – Mosca 1963). Il padre era un diplomatico, la madre discendeva da un esule polacco. Attratto dal comunismo, visse in URSS fra il 1921 e il 1928. Tornato in patria, fu imprigionato per la sua attività politica (1938-50); soggiornò quindi ancora in URSS e girò anche il mondo quale rappresentante della cultura comunista internazionale. Introdusse nella poesia turca il verso libero e forme ispirate al futurismo di Majakovskij. Tra le più note delle sue numerosissime opere pubblicate in Turchia ricordiamo le raccolte poetiche: 835 Satir (“835 Righe”, 1929), 1+1=1 (1930), Sesini kaybeden şehir (“La città che ha perduto la voce”, 1931), Gece gelen telgraf (“Telegramma notturno”, 1932), Kurtuluş savaşı destanı (“L’epopea della guerra di liberazione”, 1965), Şu 1941 yılında (1965, già apparsa in Italia in ed. bilingue Şu 1941 yılında – In quest’anno 1941, 1961); e postume: Dört Hapishaneden (“Da quattro carceri”, 1966), Rübayler (“Quartine”, 1966), Memleketinden insan manzaraları (“Paesaggi umani dal mio paese”, 5 voll., 1966-67). Da sottolineare inoltre l’opera teatrale Demokles´in kılıcı (“La spada di Damocle”, 1959). Varie raccolte antologiche sono state pubblicate in Italia. [Enc. Treccani]