IL PUNTO DI VISTA – “Rigopiano e l’essere italiani” di Mariantonietta Valzano


"Il punto di vista" di Mariantonietta Valzano

“Il punto di vista” di Mariantonietta Valzano

Sono passati pochi giorni dall’ultimo terremoto.
Sono passati pochi giorni dalla slavina di Rigopiano.
Non c’è stata una persona che in questo periodo non fosse in ansia, sempre con il notiziario a portata di mano. Ovviamente un tipo di ansia che non ha nulla a che fare con il trepidare dell’anima che hanno vissuto i familiari di coloro che sono stati travolti da questa tragedia.
Ma tutta la popolazione italiana ha vissuto, pregato….pregato …cosa che non tutti fanno solitamente.
In questo paese, abituato agli imbrogli, alle ruberie, alla corruzione, alla prevaricazione, ci siamo trovati ad essere Italiani con la i maiuscola.
Quegli Italiani che hanno percorso di notte una strada, che si snoda tra il ciglio di uno strapiombo e la neve alta a lato della montagna, con gli sci e la temperatura di vari gradi sottozero. Hanno impiegato ore per arrivare all’Hotel ed hanno iniziato a scavare a mani nude, con la luce delle torce e il battito del tempo che gli scandiva l’incertezza alternata alla speranza.
Poi con le prime luci sono arrivati gli altri soccorritori, un esercito interforze tra Vigili del fuoco, Soccorso alpino speleologico, Esercito, Guardia di Finanza…..tutti insieme …tutti a scavare e sperare…”perché dove la ragione dice che sono tutti morti…. c’è chi inizia a cercare, qualcuno vivo si troverà sicuramente”.

Sono stati giorni di lavoro ininterrotto, giorno e notte. Al freddo. Al pericolo di successive slavine. Un manipolo di uomini che hanno collaborato in modo professionale, competente ed egregio. Sono Italiani che contro il destino e il tempo hanno salvato vite, alcune delle vite che fino al allora coloravano di buono questo mondo, mentre non hanno potuto fare altro che restituire alle famiglie le spoglie delle vite che hanno smesso di colorare. Persone dignitose che conferivano significato a questo paese sempre violentato dai ‘furbetti del quartierino’.
Vite.
Ora è iniziato il teatrino delle responsabilità.
Ma il dato di fatto è che in questo evento gli Italiani hanno dato al mondo l’esempio di come si gestisce e coordina una calamità, che a dire degli esperti, è unica nel suo genere.
Possiamo ora dire che questa è l’Italia che ci piace.
L’Italia pulita, fatta di coraggio e serietà.
L’Italia fatta di cuore e professionalità.
L’Italia senza chiacchiere e polemiche.
L’Italia senza l’immondizia dell’avidità umana.
L’Italia che ti fa venire voglia di restare, di non andare a cercare il buono fuori, perché anche qui ce n’è ed è concreto e consistente. È un bene sottovoce che non urla in mezzo alle turpitudini.

Ora restiamo in attesa.
Osserviamo tutti questo mondo che guarda Trump firmare di qua e di là.
Assistiamo interdetti all’ondata migratoria che travolge sempre di più l’Europa e che fa gridare a destra e a sinistra solo la banalità dell’incompetenza per risolverla nel rispetto di tutti.
Siamo impauriti dai continui attacchi di un terrorismo vigliacco il cui unico scopo è solo devastare ed umiliare la dignità delle persone.
Ci guardiamo impotenti in mezzo alla nuova povertà dilagante di uno stato sociale sventrato, che non consente al 35% della popolazione di accedere alle cure mediche. Restiamo disgustati dall’inutilità del dipanarsi di una politica inconcludente e blaterante che è monocorde comunque si voti.
Ora restiamo in attesa che l’orgoglio di essere italiani, provato in questi giorni porti frutti, che siano il principio di una riscossa verso un periodo meno buio e più aderente al vero popolo italiano.
Mariantonietta Valzano