IL PUNTO DI VISTA – “Fake news e dintorni” di Mariantonietta Valzano


“Il punto di vista” di Mariantonietta Valzano

Oggi il mondo del giornalismo sembra essere subordinato ad un senso comune che fonda le sue radici nell’ambiente virtuale. Tutti si protendono a ricercare verità che non possono essere sorrette se non da fondamenti scientifici e culturali che nella maggior parte dei casi latitano in internet. Ci sono pletore di esperti in tutti i campi che veicolano informazioni che si fatica a discernere nel merito e nella contezza se non si è un vero addetto ai lavori.

Le fake news nascono dalla manipolazione dei bisogni sociali a vantaggio di enti o personaggi politici, partiti e industrie, attenti osservatori del comportamento di massa. Non occorreva lo scandalo di Cambridge Analytics per svelare che siamo tutti monitorati. Da molti anni ormai ogni volta che siamo obbligati a registrarci nella rete per diversi motivi, per lavoro o svago, noi forniamo una quantità di dati sensibili che poi vengono lecitamente o illecitamente elaborati e usati per scopi di vario tipo. Inoltre a tali dati diretti, che forniamo noi consapevolmente, si aggiungono quelli indiretti, i cosiddetti “metadati” che sono il frutto delle nostre ricerche sul web. Questi ultimi sono anche più pericolosi perché rivelano i nostri pensieri…curiosità…bisogni. Qui si fondano le attività di chi ricerca argomenti sensibili per smuovere le acque, agitandole al fine di produrre una determinata reazione. Ogni reazione di massa viene convogliata verso un obiettivo con il potere di una soluzione. In tutto questo mare oscuro, ciò che rende pericoloso l’approdo ad un porto sicuro è il fatto che la voce di chi realmente propone notizie vere, viene coinvolto in dibattiti tanto fatui quanto vacui che ne tolgono la forza e i contenuti, creando in aggiunta confusione e precarietà ad ogni realtà.

Per difenderci dai vari attori di questa informazione che non ha regole ci sono poche armi, ma quella più semplice è continuare a tenere in considerazione la regola per cui non ci si deve mai affidare ad una sola fonte ma confrontandone diverse, anche a livello internazionale, ove possibile. Poi procedere secondo fonti scientifiche. Infine studiare il passato che talvolta si ripete dandoci le stesse linee descrittive seppur insite in scenari diversi. Tutto può portare ad affinare la nostra capacità critica, la nostra riflessione. Il dubbio è il migliore scudo in alcune situazioni dove le certezze sono troppo urlate.

Punto di vista in appendice:
«Ho tentato di non scrivere di scuola in questo periodo dove tutti ne parlano e tutti hanno la propria ricetta. Ho tentato di non ascoltare tutte le grida che si levavano come flutti da un mare che in questi ultimi 20 anni ha vissuto nella più vergognosa ignavia.
Ho tentato.
Oggi assistiamo alla degenerazione di un modello educativo che negli ambienti scolastici è sempre stato un non gradito obbligo. Hanno tolto la forza dell’azione educativo-formativa ai docenti di ogni ordine e grado, sostituendola con una serie di prescrizioni in cui a tutti era lecito criticare e obiettare ciò che gli insegnanti costruiscono ogni giorno.
Ma veramente si è creduto che coloro i quali accolgono i figli degli altri tutti i giorni, per 200 giorni, per 6/8 ore al giorno, studiandone il respiro, lo sguardo, il viso nelle sue espressioni, veramente questi folli che si scervellano per far comprendere ciò che comprensibile non era, dotarli di spirito critico, di autonomia, cercando di far superare i propri limiti, di far riconoscere i propri limiti, di accettarli e di seminare su una strada che porta all’indipendenza del giudizio, questi folli maestri, professori veramente si è creduto che abbiano in odio coloro con cui e per cui spendono le proprie giornate ???
La scuola versa in condizioni disastrose da tanto tempo. Le teorie pedagogiche, che si assegnano e si alternano, sono palliativi risolutistici di problemi che la maggior parte delle volte sono già stati risolti dagli stessi docenti che sono sul campo. Questo perché le generazioni corrono e ciò che si pensa oggi tra cinque anni non è più funzionale, oppure in altri casi sono teorie così avulse dalla realtà scolastica da risultare patetiche, hanno legittimato il disfacimento strutturale ed essenziale della scuola che oggi è ostaggio di tutti i genitori, alunni, politici e benpensanti.
Non occorre essere un genio per comprendere che a scuola si riversano i problemi di una società in disfacimento, dove non si può avere il gusto di trascorrere tempo con i propri figli perché il lavoro depauperato e deprivato di valori impone orari sempre più ampi ed invadenti nella vita delle persone.  Questi genitori che vivono una crisi sociale a cui nessuno concede sconti né aiuti, non possono far fronte all’educazione di figli che il più delle volte non possono neanche vedere in tempi ragionevoli.
Il modo in cui gli adulti stanno affrontando le difficoltà di un momento storico che ha precarizzato tutto, si è abbattuto sulle nuove generazioni privandoli di quella “guida” che doveva essere prima origine di obbedienza poi di contestazione e infine di negoziazione e collaborazione. Si è adultizzato il figlio in ordine ad un adulto privato della propria impronta. Ovviamente non tutte le famiglie sono così flagellate, ma proprio queste sono annoverate in file sempre più esigue. Da ogni dove si ravvisa la necessità di rifondare questa nuova società facendo fiorire di nuovo i valori che non si sono persi, si sono sacrificati alla logica della iper produttività e del consumismo.
Bisogna recuperare la discussione umana in ogni aspetto di questa vita, nel lavoro, nella scuola, nella politica, nella famiglia senza abbandonarsi ad utopie e distopie, basta cominciare a dare dignità ai ruoli, ai genitori per essere padre e madre, equilibrio e rispetto ai docenti, responsabilità ai politici, equità al lavoro e riconoscere che la bellezza umana è insita nella diversità dove nessuno deve essere solo e tutti sono indispensabili perché ricoprono un ruolo, nella società che è fondamentale fosse esso il politico, il genitore, il docente.»

Mariantonietta Valzano