IL PUNTO DI VISTA – “La Storia e le Memorie” di Mariantonietta Valzano


“Il punto di vista” di Mariantonietta Valzano

Dal mio semplice punto di vista, una delle materie che si dovrebbero studiare in modo approfondito è la Storia.

Negli anni di insegnamento ho visto deprivare questa fonte del sapere dei suoi contenuti, perché nozionistici e superflui, a vantaggio di programmi più brevi e schematici, su cui esercitare e consolidare competenze. Per cui i libri sono cambiati, sono spariti blocchi di vissuto dell’Umanità…e di conseguenza molte domande senza risposta e molto non sapere che giace nel fondo delle generazioni, che nel mare magnum della confusione e del caos generato dalla relativizzazione della conoscenza, parlano di cose che sanno solo per sentito dire o attraverso letture non oggettive e adeguate alla storicità di uno studio serio del nostro e altrui passato.

In quest’ottica si innestano una pletora di revisioni e giustificazioni di evidenti fatti criminosi, di guerre civili mai accettate, di genocidi che non si vogliono ricordare per non essere disturbati dal passato pesante sulle spalle di questo mondo.

I genocidi sono molteplici: indiani d’America, Armeni, Curdi, Indios…Ebrei…e ancora …ancora….

In questi giorni stiamo ricordando l’orrore disumano, oso dire demoniaco, dell’Olocausto. Pianificato e voluto, oso dire desiderato, da una razza che non aveva senso di sé se non nella soppressione dell’altro. Una strage figlia della Storia, di quelle condizioni capestro inflitte alla Germani sconfitta nella Grande Guerra, che tuttavia non giustifica e non costituisce attenuante all’atto perpetrato contro l’intera Umanità. Sì, perché in qui piani di sterminio, in quei campi di sterminio, in quegli orrori dello sterminio …c’era l’Umanità intera non solo gli Ebrei.

Oggi si assiste ad un revisionismo storico sfacciato e imbarazzante, si giustifica e non si comprendono le cause e gli effetti del nostro passato e di conseguenza siamo tutti sottoposti al rischio di ripetere gli stessi errori, ricadendo nel buio di quella Banalità del Male di cui Hannah Arendt descrive lo sviluppo e gli effetti mentre assiste al processo di Adolf Eichmann.

Io sono convinta che non si possa costruire un futuro degno di essere vissuto se l’uomo ricadrà sempre negli stessi devastanti stereotipi di odio. Un odio indotto verso un capro espiatorio che a seconda dell’evenienza diventa un vessillo contro cui combattere.

Sono convinta che i giovano meritino la verità, su cui costruire le proprie vite, per farle essere migliori di quelle vissute dai loro avi.

Io sono convinta che la memoria non sia solo un mero ricordo su pagine di tomi pesanti da mettere nello zaino e portare sui banchi di scuola, ma la memoria è il valore che ci portiamo dentro, scritto nelle pagine del nostro passato, da cui imparare …sapere …e scrivere un futuro migliore, dove non esista più alcun uomo cosi inetto da eseguire ordini legittimando una male che alla fine nella sua miseria e disumanità è banale.

Mariantonietta Valzano