VOLATA VIA di Daniela Piu

nuovo-documento-di-microsoft-publisher-2-e1612437022609Un quadro dipinto con pennellate di delicata sensibilità che lasciano trasparire, anche attraverso il titolo metaforico, l’importanza di vivere consapevolmente la propria esistenza, cercando di conservare la voglia di essere se stessi. Le due sorelle, così finemente delineate dalla penna di Daniela Piu, si appropriano del loro spazio narrativo e danno alla luce due persone che hanno ben compreso il valore dei sentimenti e dei rapporti umani, mostrando i pensieri, i sogni e le emozioni che hanno caratterizzato il loro vissuto. Degna di nota la destrezza compositiva della scrittrice nell’adottare una narrazione fluida e scorrevole, pur trattando un argomento, la sofferenza e la morte, che induce ogni lettore a riflessioni profonde. Tuttavia, anche la morte, nel finale del racconto si connota di un significato inaspettato, proprio quando assume la leggerezza di un volo e si trasforma in una nuova vita. [Maria Rosaria Teni]

«Insegnare italiano alle medie è stato per me motivo di grande orgoglio, lo dico senza nessuna vanità. Tra l’altro non era un istituto qualunque, bensì la gloriosa numero Cinque. Gli alunni non mi hanno mai dato nessunissimo fastidio, anzi, stavano zitti e composti. Infatti mi ammiravano tutti. Quando ne incontro qualcuno per strada, che io mai riconosco tanto sono cambiati in peggio, non mancano di fermarmi per complimentarsi di quanto invecchio bene. Una volta, alla lavasecco, mi ha fermato una: “Buongiorno professoressa! Si ricorda di me?”

Io non me la ricordavo affatto, figurarsi.

“Sono stata sua alunna al Marconi. Ora insegno anch’io matematica, e ho adottato il suo metodo. L’ho aggiornato, ovviamente, l’ho avuta negli anni Settanta!”

Ho sbarrato gli occhi vedendola ridacchiare. Poi si è rivolta alla grossa tizia dietro il banco:” Eravamo tremendi! Gliene facevamo di tutti i colori alla professoressa”

I miei colleghi non solo mi ammiravano, ma addirittura hanno deciso all’unanimità di eleggermi vice-preside. Fortunatamente questo succedeva quattro anni prima che andassi in pensione, dato che la carica non era retribuita. Lavoravo il doppio per lo stesso stipendio. Il preside faceva in modo che mi occupassi io delle questioni più spinose, diceva sempre che lui era troppo irascibile. Ricorderò sempre quel giorno che il collega di inglese entrò nell’ufficio di presidenza in lacrime. Ovviamente c’ero io, perché il preside era occupato chissà dove. Aveva la testa e la giacca piene di palline di carta intrise di saliva, uno schifo! Si sedette, disperato, e disse che non sarebbe mai più riuscito a entrare in classe: i ragazzi erano scalmanati. Lo ripulii alla bell’e meglio, poi entrammo insieme. Nessuno fiatò. La mia presenza aveva riportato l’ordine senza bisogno di fare niente»

La voce fievole fu sopraffatta dal cinguettare degli uccelli, nella stanza entrò la luce dell’alba.

«Non riesco più a dormire per colpa dei dolori, mi fa male la mano. Forse dovrei tornare da quell’ortopedico che mi aveva consigliato di fare una lastra… ma poi la dottoressa ha detto che non c’era bisogno, ognuno dice la sua. Non c’era bisogno, non c’era bisogno, intanto sono io che non dormo, accidenti»

Seguita dalla luce del mattino arrivò la sorella, con un sontuoso mazzo di rose nostalgiche e ranuncoli sui toni dell’arancio. La seguii con lo sguardo mentre si avvicinava al vaso accanto alla finestra. Entrò nel bagno per riempirlo d’acqua, poi sistemò i fiori e si voltò verso di me con il viso accaldato dall’emozione. Aveva da un pezzo superato i trent’anni e le era rimasta, nel muoversi, la leggiadria di un’adolescente. Si avvicinò alla sorella e la baciò sulla fronte: sembrava la madre, tanto l’altra si era trasformata in uno strano bozzolo umano. Dopo averla guardata a lungo, venne verso di me col suo passo leggero.

«Com’è andata stanotte?»

«Tutto tranquillo, le ho aumentato un po’ la dose di morfina»

«Fra poco sarà tutto finito»

Mi alzai dalla poltrona per lasciarle il posto, la salutai e fu l’ultima volta che le vidi, le due sorelle. Seppi dalla collega del turno successivo che, alla fine di quella mattina, il bozzolo umano era morto. La sorella aveva sbrigato la faccenda con grande solerzia e si era dileguata.

Qualche mese dopo l’aveva incontrata nell’ufficio dell’amministrazione, sollecitata più volte era passata a consegnare dei documenti con grande ritardo. Si erano fermate a fare due chiacchiere, e la donna le aveva raccontato di essere rinata; disse proprio così: rinata. Aveva assistito la sorella per tanti di quegli anni… e ora che non c’era più aveva completamente cambiato vita. Per prima cosa aveva lasciato la cattedra di matematica allo Scientifico, conseguita subito dopo la laurea. D’altronde era stata obbligata dalla madre a scegliere la carriera dell’insegnamento. Lei, la madre, era stata insegnante a sua volta, ma di italiano alle medie. Fin da quando era piccola, le aveva agitato lo spauracchio della pensione, e alla fine l’aveva convinta a seguire le sue orme. Ma ora era tutto finito. Subito dopo il funerale della sorella si era iscritta al corso per piloti privati dell’ENAC, era in procinto di conseguire la licenza. Salutò la mia collega con un sorriso di gioia sulle labbra, e mentre si allontanava col suo passo leggero le disse: «La morte mi ha messo le ali!»
Daniela Piu

Daniela Piu

dandelion-6266231_960_720

Informazioni su culturaoltre14

Rivista culturale on line creata e diretta da Maria Rosaria Teni. Abbraccia diverse prospettive in ambito culturale, occupandosi di letteratura, studi filosofici, storico-artistici, ricerche scientifiche, attualità e informazioni varie sul mondo contemporaneo. Dedica particolare attenzione alla poesia ed alla narrativa, proponendo testi, brevi saggi, dissertazioni, racconti, riflessioni, interviste e recensioni.
Questa voce è stata pubblicata in Narrativa. Contrassegna il permalink.

Una risposta a VOLATA VIA di Daniela Piu

  1. Pingback: VOLATA VIA di Daniela Piu – alessandriaonline.com

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.