IL PUNTO DI VISTA – “La scuola buona ” di Mariantonietta Valzano


“Il punto di vista” di Mariantonietta Valzano

Come sicuramente i lettori della rivista avranno intuito sono una maestra di scuola primaria. In tutta la mia carriera scolastica ho vissuto diverse e radicali riforme scolastiche, che sinceramente non hanno poi contribuito così tanto a migliorare la formazione culturale e personale dei cittadini. Ad oggi ci sono studi di settore che lamentano le carenze linguistiche di laureandi e laureati con indignazione di vario tipo del corpo docente, per poi finire con il solito rito dell’analisi sociale che dimostra come e quanto velocemente stia cambiando la società.

Oggi nessuno nega che la conoscenza non sia più appannaggio dell’Istituzione Scuola, anche perché non è più Istituzione la scuola (ormai con la s minuscola), ma ci sono differenti agenzie educative che insistono in canali di comunicazione moderna, affiancandosi all’ambiente socioculturale e familiare in cui si nasce e si vive. Nonostante la Scuola sembri in secondo piano in realtà è il luogo dove si fonda l’educazione al Vivere Comune e alla Conoscenza. Sicuramente qualcuno starà strabuzzando gli occhi perché non ho menzionato le competenze, famigerate mete di fini ultimi a cui ogni rispettato docente deve volgere la sua azione professionale. Ma io sono una Maestra e resto radicata alle conoscenze che sedimentano nella Persona, formandone il suo tesoro non solo fatto di nozioni ma di Sapere da cui fioriscono le competenze, che da millenni hanno contribuito allo sviluppo di questa Umanità. Già Millenni…noi Maestri facciamo questa missione dall’inizio dei tempi, attraverso legni e tavolette di cera prima, per poi passare alle pergamene e alla carta e al pennino col calamaio fino ad oggi utilizzando anche pc e… Robot!

Proprio in questo ambito di continua ricerca di soluzioni per sostenere, supportare e formare i miei alunni, dieci anni fa in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM) nello specifico col Prof. David Scaradozzi, abbiamo pianificato un percorso di Robotica Educativa.

Negli ultimi anni si è riscontrata una diminuzione dello sviluppo delle capacità di attenzione e concentrazione nei bambini, una logica che sta diventando sempre più labile, oltre che una autonomia carente e una fantasia che sta sempre più lasciando posto ad immagini preordinate e costituite per fini a volte poco formativi. Infine, anche la creatività si sta sacrificando a materiali strutturati dove i bambini non possono far altro che “assistere” od “eseguire”. Il compito della Scuola è proprio quello di andare oltre e trovare strategie per incrementare, stimolare e sviluppare tutte quelle capacità che potranno formare un futuro cittadino consapevole, critico, autonomo e propositivo.

In questo contesto il percorso di Robotica Educativa viene strutturato in modo sistematico e continuativo sia per l’intero anno scolastico che per tutto il ciclo dalla prima classe alla quinta. Viene svolto attraverso Unità Didattiche integrate con il lavoro scolastico, comprensive di momenti di verifica e valutazione, perseguendo obiettivi e competenze previste nel curricolo delle discipline aggiungendo obiettivi specifici della Robotica.

La Robotica, in questo modo, diventa una disciplina a tutti gli effetti con un suo orario specifico durante la settimana per tutte le settimane dell’anno scolastico e per tutti i cinque anni. All’interno della disciplina si affronta anche la Roboetica che deve indirizzare i fini e gli scopi sociali e scientifici della progettazione e costruzione dei robot.
I risultati si stanno già vedendo. Infatti, gli alunni sono capaci di lavorare in modo più concentrato, autonomo e creativo dimostrando di saper sviluppare progettazioni, stimolando processi logici lasciati in letargo, sorprendendo anche chi, addetto ai lavori, era critico sull’efficacia. Vengono raggiunti gli stessi obiettivi didattici previsti dalla Programmazione curricolare ma con anticipo rispetto a classi dello stesso tipo che non seguono lo questo percorso. Come già menzionato il percorso educativo di robotica, che nel tempo è andato sviluppandosi su diversi fronti tra Intelligenza artificiale – AI e Internet delle cose – IoT, viene portato avanti con la collaborazione del Prof. David Scaradozzi, esperto di Robotica a livello internazionale, e il suo team di ingegneri Lorenzo Cesaretti e Laura Screpanti, con interventi in alcuni momenti sia di insegnamento – apprendimento che di verifica durante l’anno scolastico e come in questi ultimi giorni in sperimentazione e studio. Quest’ultimo ha avuto come oggetto lo studio dei differenti stili di apprendimento e stili risolutivi degli alunni (problem solving), sottoponendo agli alunni delle sfide con oggetto la risoluzione di un problema di robotica in cui gli alunni devono progettare, verificare e testare la soluzione. I dati rilevati ed analizzati dall’ Ing. Cesaretti con il team delle Maestre dell’ Istituto Comprensivo Largo Cocconi di Roma (in cui insegno) sono molto significativi e utili per poter progettare una efficace azione educativa – formativa nel rispetto dei bambini e delle loro specifiche peculiarità personali, andando ad incrementare i punti di forza e supportare le criticità che si presentano nei percorsi di apprendimento. Incrociando poi i dati con quelli pregressi ottenuti i differenti ambienti educativi in cui sono stati svolte attività di robotica, si evince che vi sono quattro fondamentali filoni in cui si collocano gli studenti:

1 coloro che mettono in pratica le conoscenze e attraverso calcoli matematici riescono a trovare velocemente e subito la soluzione del problema proposto;

2 coloro che procedono per tentativi logici partendo da un dato fissato inizialmente e poi calibrando la procedura fino alla soluzione del problema;

3 coloro che riescono a trovare più strategie per la soluzione del problema;

4 coloro che fanno tentativi casuali e non giungono alla soluzione se non dopo molti tentativi fatti e provati.

Su questi risultati si sta lavorando e riflettendo per pianificare un ulteriore passo verso un percorso futuro, in divenire come lo sono le nuove generazioni a cui bisogna aderire e configurare l’azione educativa mantenendo sempre il timone verso l’unica luce possibile: l’Umanità intesa nel suo sostenibile e consapevole.

…Ed è molto bello vedere come sia fruttuosa la collaborazione e la crescita professionale tra diverse Istituzioni come l’Università e la scuola Primaria, in questa Scuola Buona che mette al centro dei suoi interessi il futuro delle nuove generazioni.
Mariantonietta Valzano