” A mio padre” di Alfonso Gatto


Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.

Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.

Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
“Com’è bella la notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno”. Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgente a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.

ph mrt

Alfonso Gatto, poeta italiano (Salerno 1909 – Grosseto 1976); praticò da giovane diversi mestieri; collaboratore di giornali e riviste, nel 193839, fu, con V. Pratolini, redattore di Campo di Marte, quindicinale fiorentino di “azione letteraria e artistica”, a tendenza ermetica. Esordì con una raccolta di liriche, Isola (1932), cui fece seguire: Morto ai paesi (1937), Poesie (1939, nuova ed. 1941), Il sigaro di fuoco, poesie per ragazzi (1945), Il capo sulla neve (1949), Nuove poesie (1950), La forza degli occhi (1954), Osteria flegrea (1962), La storia delle vittime (poesie degli anni della Resistenza, 1966), Rime di viaggio per la terra dipinta (poesie relative a una propria raccolta di tempere, 1969), Poesie d’amore (1973). Nella sua poesia ha dapprima cercato, con risultati incerti, e poi trovato, con esiti sempre più felici, la maniera di accordare l’essenzialità della parola con la sua modulazione canora, le arditezze analogiche di un ermetismo spinto alle estreme rarefazioni con gli echi o le nostalgie della melica settecentesca, di canzonette e ariette alla S. Di Giacomo: conforme alle esigenze del suo gusto, portato a un realismo quasi popolaresco, e insieme alla trasposizione baroccheggiante della realtà in arcane prospettive della memoria. Ha scritto anche La sposa bambina (1943, nuova ed. 1963), prose fra narrative e liriche, e Carlomagno nella grotta. Ques tioni meridionali (1962). È morto in seguito a incidente automobilistico.