“Efeso” di Giorgos Seferis


Parlava seduto su un marmo
simile a rovina d’antico portale:
sterminato e vuoto a destra il campo
a sinistra scendevano le ombre dal monte:
“La poesia è ovunque. La tua voce
a volte incede al suo fianco
come il delfino che per poco ti accompagna
vascello d’oro nel sole
e poi scompare. La poesia è ovunque
come le ali del vento nel vento
che per un attimo hanno sfiorato le ali del gabbiano.
Uguale e diversa dalla nostra vita, come cambia
il volto di una donna che si è spogliata,
e tuttavia rimane uguale. Lo sa
chi ha amato: alla luce degli altri
il mondo implode; ma tu ricorda
Ade e Dioniso sono la stessa cosa”.
Disse, e imboccò la grande strada
che mena al porto di un tempo, ora inghiottito
laggiú  fra i giunchi. Il crepuscolo pareva
per la morte di un animale,
cosí nudo.
Ricordo ancora:
viaggiava sulle coste della Ionia,
in vuote conchiglie di teatri
dove solo la lucertola striscia sull’arida pietra,
e io gli chiesi: “Un giorno torneranno a riempirsi?”
E mi rispose: “Forse, nell’ora della morte”.
E corse nell’orchestra urlando:
“Lasciatemi ascoltare mio fratello!”.
Ed era duro il silenzio attorno a noi
e non rigato nel vetro dell’azzurro.

Giorgos Seferis

(Traduzione di Filippomaria Pontani) da Giornale di bordo III, 1955
Antologia della poesia greca contemporanea”, Crocetti Editore, 2004

ph mrt

Giorgos Seferis, pseudonimo del poeta neoellenico Jorgos Seferiadis, nasce a Smirne nel 1900. A quattordici anni si trasferisce con la famiglia ad Atene. Dal 1918 al 1924 studia legge a Parigi e intraprende la carriera diplomatica. Console in Albania, Atene, Egitto, Sudafrica, ambasciatore  a Beirut e a Londra. Pubblica la prima raccolta di poesie nel 1931 con il titolo Strofe. Seguirono La cisterna (1932) e la raccolta Leggenda (1935). Nel 1936 traduce La terra desolata di Eliot. Tra le altre raccolte ricordiamo: Giornale di bordo (1940), Diario di bordo II (1945), il poemetto Il tordo (1947) e la raccolta Cipro, ove l’oracolo… (1955). Nel 1963 gli viene assegnato il premio Nobel per la letteratura. A Seferis si riconosce il merito di aver avviato il totale rinnovamento del linguaggio e delle tecniche della poesia greca. Muore ad Atene nel 1971.