“Consigli per lettura – aprile 2021” – a cura di Mariantonietta Valzano


9788807894442_0_221_0_75Lungo petalo di mare di Isabelle Allende

Uno dei libri più significativi di quest’ultimo periodo è “Lungo petalo di mare” di Isabelle Allende. Come ormai ci ha abituato la scrittrice cilena non è solo una narratrice eccezionale, ma ci offre un quadro storico vissuto, costituito non solo di eventi storici, ma di carne e sangue, di emozioni e sentimenti, persone vive e palpitati in ogni piega della trama.

La storia di inizia durante la guerra civile spagnola dal 1936 al 1939, si dipana in un crescendo, passando per l’esodo dei rifugiati repubblicani. Prosegue attraverso le vicende dei protagonisti approdati in Cile descrivendo il prima della presa di potere di Pinochet. Nel racconto dei personaggi, scritto con vibrante sensibilità che da sempre contraddistingue la Allende, vi si scorge il dolore, l’amore, il desiderio, il sacrificio, il sogno di tutta l’umanità. Victor e Roser scoprono un sentimento intenso e radicato nell’intimo, non in modo canonico come di solito si manifestano gli amori ardenti e fugaci, ma a poco a poco nella loro unione forzata la piccola fiammella si sviluppa sulle righe scritte dei loro giorni, della loro vita costellata di soddisfazioni e delusioni. Una fiammella che con il passare degli anni diventa un fuoco che non si estingue.

Le loro esistenze fanno da filo conduttore attraverso la vita politica, prima della Spagna che deflagra nella dittatura franchista dopo essere stata stravolta da crimini perpetrati da tutte le fazioni in lotta di una immane guerra civile. La Allende descrive con equilibrio di valutazione i fatti storici inducendo nel lettore non poche riflessioni. Si passa attraverso il dramma degli esuli, dei rifugiati nella civile Francia che tratta le frotte di anime impaurite, denutrite e provate con estrema durezza in campi di concentramento addossati al confine. Ironia della sorte, alla vigilia del secondo conflitto mondiale, i francesi ignari del loro futuro destino simile, riservano un trattamento disumano agli spagnoli in fuga dalla purga franchista (ricordiamo che uno degli obiettivi principali dopo la presa del potere da parte del caudillo è stata quella di scovare e giustiziare sommariamente tutti cittadini di fede o simpatizzanti per la Repubblica).

 Dalla Francia dei campi profughi i protagonisti si rifugeranno in Cile, grazie al poeta Pablo Neruda e in questo paese affronteranno di nuovo il dramma della tirannide, a tratti anche peggiore poiché stavolta Victor dovrà patire torture e detenzione grazie alla delazione di una sua vicina di casa, ingrata e forse vittima di quella spirale di invidia ed odio che il regime istilla nel cuore delle popolazioni per poi usarne gli effetti.

Una vita intensa che porta alla tenerezza della fine che solo la Allende sa descrivere come epilogo di vite epiche, quali quelle vissute con intensità di cuore e di penna.
Mariantonietta Valzano