“Sogni romani”
Renato Mammuccari
Raramente ci sono libri dedicati che parlano più di sentimenti che di eventi. “Sogni romani” è un libro che parla di sentimenti, quei gradi di respiri profondi che il cuore e l’anima si scambiano mentre effondono nel crescere il senso dell’esistere.
Così è l’amore, così è il dolore, così è la nostalgia che si radica sul ricordo della felicità, che non è mai abbastanza. C’è una profonda differenza tra l’amore liquido, descritto da Bauman, e l’amore di Chiara, che è solido anche nella perdita. Nella tenerezza del suo ricordo, nel fiorire della sua persona, dell’essere donna si rivela la sostanza di un sentimento che rammenta scritti di altri tempi.
Il seme narrativo parte dall’osservazione di un quadro che induce il lettore ad andare a vedere un quadro, perché è così descritto nel suo intimo significarsi, tanto da vederlo tra le righe delle parole che costellano la stessa descrizione.
E non solo questo accade nei “Sogni romani”, ma il quadro prende vita, dando un nuovo senso alla protagonista che torna a palpitare di vita custodendo la mancanza del suo compagno, tra le pieghe della curiosità nello sguardo della fanciulla che Vittorio Corcos ha rappresentato nel suo “Sogni”. Nella tela, di una bellezza straordinaria dal vivo, vi è la forza e la fragilità che è donna, è viva ed è curiosità e cultura come impertinenza e sfida. Tutto un turbinìo di umanità che aggancia il quadro a Chiara e anche al lettore, il quale sente e vive la storia e ne gode l’introspezione che fa scoprire sempre una nuova parte di sé e degli altri. Così seguendo il filo delle pagine si scorre dal nascere della storia d’amore tra la pupilla e il suo professore, che non deve trarre in inganno perché non è una relazione scorretta e senza pregnanza di sentimento, ma si sviluppa tra adulti alla fine di un percorso di studio, con tanta passione e forza da arrivare a superare il tempo e lo spazio. Attraverso i ricorsi si arriva alla bellezza della fine che, come i petali dipinti da Corcos, abbandonano lo stelo cadendo sul terreno in pennellate di verace colore, così come i petali dei sentimenti si librano e pervadono questo tempo, sfidando le brutture della superficializzazione e la relativizzazione di sentimenti in emozioni, donandoci un po’ di sollievo e il sorriso tenero di sentirsi umani.
Mariantonietta Valzano
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Un consiglio arricchito da una l’ottima recensione. La ringrazio
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