“Il muto di Gallura”
di Enrico Costa
Nonostante qualche decennio fa abbia visitato una parte dell’isola sarda, non ho mai avuto modo di approfondire le tradizioni e le caratteristiche della Gallura. Enrico Costa è un impiegato statale della fine dell’ottocento, uomo attento e acuto nell’osservare quanto nel ricercare informazioni da tradurre in Storia. Sebastiano Tansu nasce in una terra aspra e ricca di persone, dove viene osteggiato e vessato dai suoi compagni di scuola e di giochi. Subisce per anni fino a quando non assume il suo ruolo spietato all’interno delle faide familiari, che si consumano dalla prima metà dell’ottocento fino alla seconda metà del Novecento. I galluresi sono persone molto sensibili, sono dei poeti, sono forti e tenaci… e alquanto permalosi?!?
In questa società di stazzi e cusserghie si, sviluppano vere e proprie guerre, con codici di onore da rispettare e regole non scritte da non trasgredire. Il romanzo storico su Bastiano Tansu è l’occasione per approfondire circa un quarto di secolo di storia e di scendere nei meandri di una terra che cela sudore, sangue, orgoglio e sentimento. Nulla è scontato in Gallura neanche la fine del “muto” che dopo essere stato strumento di vendetta, vede dissolversi la speranza di una vita da uomo amato, ciò che non ha mai provato e che gli avrebbe impedito di diventare il bandito che tutti temono, a dimostrazione che vi è una radice buona in lui. Tuttavia non vi è stato alcun virgulto se non una illusione fiorita in mezzo alle ingiurie e all’inganno, che prima ancora di offenderlo nell’onore lo feriscono come persona… forse perché nessuno lo ha mai considerato persona. Beffarda riaffiora la sua solitudine fatta di vendetta dovuta e alla fine si lascia scivolare tra le come dei monti senza porvi sforzo alcuno, aderendo al suo destino che sembra maledetto dagli albori. “Il muto” svanisce e con lui la sua arte di intagliatore e il suo estro sacrificato al giuramento di fedeltà alla famiglia, che in lui ha solo visto uno strumento da usare… e forse nelle storie che si intrecciano e nei sentimenti che vi tessono la trama, si potrà trovare un po’ di pietà e comprensione per un uomo che in tutta la sua vita ha vissuto solo di violenza.
Mariantonietta Valzano