Bolle di memoria di Cosimo Renna


Bolle di memoria

(Premio Vitruvio Assoluto 2018)

Non usavo

sapone

perché dai racconti

dei vecchi del paese

appresi che

era impastato di lacrime e sangue

dei deportati nei campi

di concentramento

dove ammassato non era il grano

ma l’anima di migliaia

di cuori strappati

all’amore.

 

Non ho più dormito

in teli a strisce

bianche e blu

cotone cresciuto nei miei campi

lavorato dalle mani nodose di mia madre

tessuto con vecchi telai di ulivo

teli ruvidi

che appena coprivano

lunghissime file

di anime nude.

 

Non trattengo le lacrime

che piangono sole

quando cambio l’acqua alle fresie

nella gamella di mio padre

che fu prigioniera con lui.

 

Amo quel fiore

che non ha le strisce

bianche e blu

non aziona sirene

non conosce sapone

ma solo il dolore di mio padre.

 

Dietro un portone di ferro

tra vecchie baracche

affollate di vite spezzate

binari di gelido acciaio

sfornavano scheletri umani

che colavano

sapone.

 

Piangevo

col sapone tra le mani.

Cosimo Renna