La poesia viene da dove hai vissuto e da come hai vissuto e da cosa ti porta a crearla. Quasi tutte le persone sono entrate nel processo di morte a cinque anni, e a ogni anno che passa c’è sempre meno di loro, nell’essere originali con l’opportunità di fare breccia e uscire e andarsene dall’ovvietà e dalla mutilazione. Charles Bukowski, “Fingo di essere il poeta, sono il poeta”, 1992.
Ispirata da queste riflessioni, considero sempre più importante aprire una finestra sul mondo poetico, soprattutto in questo percorso che vede la celebrazione della Giornata mondiale della Poesia, istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale UNESCO nel 1999, celebrata il 21 marzo, in una data simbolica che riconosce all’espressione poetica un ruolo privilegiato. Si chiude oggi la rubrica “21 marzo: è Poesia”che ha inteso celebrare la poesia nel mese che vede la nascita della primavera e devo riconoscere che mi sento oltremodo gratificata per l’intensa partecipazione di poeti che, attraverso le loro opere, mi hanno ulteriormente convinta di quanto la poesia sia ancora viva, come sottolinea Palazzeschi: “Muoiono i poeti/ma non muore la poesia/ perché la poesia è infinita/ come la vita”.
La straordinarietà di chi fa poesia è proprio la capacità di scavo nella parola per trarre da essa tutto il suo significato e per dare vita a nuovi significati. “Se leggo un libro che mi gela tutta, così che nessun fuoco possa scaldarmi, so che è poesia. Se mi sento fisicamente come se mi scoperchiassero la testa, so che quella è poesia. Questi sono gli unici modi che ho di conoscerla. Ce ne sono altri?” scrive Emily Dickinson nella Lettera a Thomas Higginson nel 1870. Quanta verità è contenuta in questo pensiero: riconoscere la poesia dal suono che evoca, dalla voce che scaturisce dai versi che esprimono le parole dell’anima. La poesia vive di emozioni e di sensazioni dettate dal “sentire la vita e viverla”. La poesia offre una rivelazione di sentimenti perché affida alla parola il compito di far rivivere suggestioni ed emozioni. “Una poesia completa è quella in cui un’emozione trova il pensiero e il pensiero trova le parole” scrive Robert Frost nella Lettera a Louis Untermeyer del 1916 e traduce il mio punto di vista che considera la poesia un luogo dell’anima, una compagna insostituibile nel viaggio della vita. Molti sono i poeti che hanno scritto, cogliendo tutta l’essenza della vita e facendo sì che le sensazioni da loro provate siano arrivate a noi in modo nitido e diretto. Questo fondamentalmente è ciò che mi spinge a dare voce ai diversi di poeti che si sono avventurati, con le loro pregevoli composizioni, in questo percorso sulla celebrazione della Giornata della Poesia e a cui va il mio ringraziamento e la mia stima. Presto le poesie pervenute nel mese di marzo saranno raccolte in un volumetto dal titolo: “21 marzo: la Poesia è in fiore”, che sarà supplemento alla Rivista cartacea Cultura Oltre n.3 del mese di marzo.
Maria Rosaria Teni
Amai trite parole che non uno
osava. M’incantò la rima fiore
amore,
la più antica difficile del mondo.
Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l’abbandona.
Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.
Amai – Umberto Saba
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