Il primo editoriale dell’anno è, per tradizione, incentrato su bilanci e riflessioni, con l’augurio che si possano ancora realizzare tante iniziative da condividere sulle pagine della nostra rivista, giunta al suo nono anno di attività. Intanto, nell’aria risuona ancora l’eco dei tanti messaggi di auguri, volati tra frenetici e concitati ritagli di un tempo fuggente e carico di impegni. Si è dato il benvenuto ad un nuovo anno e, credo che ognuno, in cuor suo, si sarà chiesto come sarebbe stato questo neonato 2023: migliore o peggiore dei precedenti? Cambierà la situazione economica di un paese che ormai è alla deriva, nonostante ostentati proclami di ripresa e manifesti di ottimistica previsione, a dispetto dei realistici fatti che angosciano gli esseri umani, sempre più abituati a sopportare? Molti di noi, guardando all’insù verso un cielo trafitto da botti luminosi, non hanno potuto fare a meno di pensare ai razzi sibilanti che piovono su cieli in guerra, dove c’è posto solo per il terrore. Non riesco a gioire dell’esplosione dei fuochi d’artificio, non riesco a tacere il mio disappunto e, soprattutto, la mia indignazione, se associo quanto debbano essere terrificanti nelle zone di guerra, dove uomini, donne e bambini, nella notte sono costretti a correre nei rifugi, a rintanarsi come animali in gabbia, accecati dalle scintille e dal frastuono. Che nuovo anno ci aspettiamo, ma ancora che nuovo anno vorremmo? Interrogativi sospesi in un informe caleidoscopio di incognite su un futuro quanto mai incerto. Se riflettiamo sul Magnifico Lorenzo, viene in mente la celebre chiusa… Chi vuole esser lieto, sia: di doman non c’è certezza…… ma al contempo, anche tra festeggiamenti e allegre riunioni, che rincuorano e offrono momenti di serenità, come non considerare ciò che ci circonda? La natura svilita, negati i diritti sommersi di giovani donne che aspirano solo essere libere, migranti torturati che portano i segni sulla propria pelle di una guerra secolare e lampi di odio in tanti angoli della Terra. Un nuovo anno si affaccia, un sipario si apre e svela affreschi reali, una folla di disperati e un cielo mortificato da stelle di morte. Alla base di tutto, bisogna continua a sperare e l’augurio più grande che possiamo regalarci è proprio quello di riuscire a creare un mondo migliore, umano, dove ognuno possa essere sé stesso senza catene.
Dal canto mio, vorrei iniziare questo nuovo anno ringraziando tutti coloro che hanno partecipato all’attività di Cultura Oltre, autori, collaboratori, lettori, commentatori, che hanno fatto crescere la rivista, arricchendola di contenuti e di approfondimenti. Un grazie speciale al gruppo di collaboratori fissi Mariantonietta Valzano, Cipriano Gentilino, Apostolos Apostolou, Myriam Ambrosini, Maria Rosaria Perrone, curatori di rubriche specifiche, a Eleonora Mello, per i contributi di divulgazione scientifica e grafica, Antonio Teni, Gabriella Petrelli, Annamaria Mazzotta, Lorenzo Fiore e tutti i preziosi autori che sono presenti nelle pagine e nella rivista online scaricabile gratuitamente
Rivista Cultura Oltre
Maria Rosaria Teni
San Silvestro 1917
L’anno vecchio è affondato inerme
e dallo scannatoio sorge il nuovo.
I bei tempi sono infami?
E la vergogna non frena il corso degli anni?
Un orecchio timoroso ascolta lontano:
solo di tanto in tanto si sente tremare la terra.
Ma imperturbabili passano i tempi
su questo sogno peccaminoso.
Passano con i lunari,
continuando nel nuovo anno l’usata attività:
si congedano dagli assassini dell’umanità,
buon anno augurando ai profanatori del creato.
Karl Kraus
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