Sono fredde le notti di dicembre, tagliano il viso, penetrano nelle ossa e le coperte non bastano a salvare chi vive per strada o attraversa il mare su un barcone. È dicembre e le notti sono così, ma non per tutti: chi è al riparo in case riscaldate non si accorge che fuori la gente muore. È dicembre ed è già partito il conto alla rovescia per la festa più bella dell’anno, il Natale magico, in cui tutti si ricordano di essere più buoni, in cui si addobbano stanze di mille luci variopinte e intermittenti che simulano i battiti del cuore, perché il Natale è la festa del cuore, dei ricordi d’infanzia, delle nostalgie che prendono e attanagliano il respiro. Mancanze pesanti, assenze vive nel pensiero e canzoni di dolcezze antiche che sono riverberi di un passato che se n’è andato, per sempre. Mentre, intanto, sullo sfondo si consuma una guerra disumana e bambini cercano giocattoli che giacciono su pozzanghere infangate, dilaniati dalle mani di spietati orchi che divorano i sogni di un’infanzia mutilata. Nei vari notiziari rimbalzano notizie e si discute sull’opportunità di allietare i Paesi con alberi e festoni, luminarie e addobbi mentre, intanto, nei paesi in guerra i luccichii sono lampi di terrore. Appare paradossale che una festa, che ha in sé una valenza di profonda umanità, possa rischiare di apparire come uno dei soliti eventi che ricorrono per assecondare, in realtà, il solo e puro gusto di vanità e superficialità. Lo spirito del Natale è ben altro e la nascita di un Bambino, che miracolosamente si compie nell’umile capanna, dovrebbe insegnare la vera essenza della vita, la solidarietà, il rispetto e soprattutto la fraternità, scevra da discriminazioni, o peggio, da razzismi e pregiudizi. Una volta all’anno, aleggia la speranza di credere in un miracoloso declino dell’arroganza, della superbia, della prepotenza propria di persone abituate a superiorità fallaci e, a volte, sconsiderate. Mi accorgo, tuttavia, che non dovrebbe esistere solo a Natale il proposito di riflettere sulla deriva cui l’essere umano si sta avviando, bensì ogni giorno, proprio quando invece assistiamo a scene di violenza, di disagio sociale, di sfruttamento e di disprezzo, arrivando a considerare esseri umani alla stregua di zavorra ingombrante. Natale può essere ogni giorno, ma può anche non esserlo mai!
Maria Rosaria Teni
Dondola la tua culla
nel mare gemmato
di fulgide stelle
Un legno sbrecciato
in balia di onde spietate,
fantasmi insonni a ghermirti
Di te resta una foto,
un comunicato stampa,
un’estemporanea indignazione
Di te sopravvive il ricordo,
una madre straziata
che piangerà in eterno
chiedendosi perché tanto dolore
nel caos disumano
della vita.
Maria Rosaria Teni
Analisi di un Natale senza Dio e senza Uomo… Stiamo insieme ma siamo lontani con l’obbligo di far vedere che tutto va bene bene…
Grazie editoriale che ispira tante riflessioni
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Grazie a te per aver colto in pieno il senso dell’editoraile
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prezioso riferimento alla tragedia di bimbi indifesi che annegano
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Purtroppo è una realtà che non si può ignorare. Grazie per aver colto il riferimento
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