In questo Otto marzo, mi pare opportuno proporre l’articolo scritto dal prof. Lorenzo Fiore, collaboratore della nostra rivista, che si focalizza sulla questione femminile e sulla considerazione che il ruolo della donna, oggi, necessiti di fatti concreti e basati sulla correttezza e imparzialità. Seguono due sonetti che riguardano direttamente le donne, scritti da Lorenzo Fiore e atte a significare – come spiega lo stesso autore – che il problema della parità non ha a che fare con pregi e difetti dei due sessi e non è un premio concesso a condizione che ci si comporti bene. La parità vale anche per pregi e difetti e ciascuno avrà i suoi. Le lodi di maniera una volta l’anno mi sembrano un’ipocrisia paternalistica, poi senza conseguenze.
Sono convinto che la questione femminile sia di grande importanza e attualità, e che oggi ci siano le condizioni materiali per darle concrete e soddisfacenti risposte. Penso anche che queste sarebbero positive per gli stessi uomini, che potrebbero confidare in rapporti affettivi più pieni e soddisfacenti, con compagne non afflitte da un senso collettivo di oppressione e dall’esigenza di reagire in qualche modo (senza tener conto della sussistenza di antichi e talvolta sofisticati meccanismi di difesa).
Tuttavia, le mie conoscenze sul tema sono insufficienti, e i libri letti non vanno molto al di là de Il secondo Sesso, quindi mi scuso per le banalità, errori e ingenuità che saranno presenti in quanto segue.
Dovrei forse, per ragioni di formazione personale, iniziare con gli aspetti biologici, che tuttavia mi sembrano tanto evidenti che il parlarne può significare soprattutto un richiamo alla loro importanza.
Sta in primo piano la funzione riproduttiva, fondamentale in tutti i viventi ma che nella specie umana non si limita alla deposizione di qualche uovo nella sabbia, per poi ricoprire il tutto e allontanarsi. La gestazione, il parto, l’allattamento sono funzioni esclusive femminili, e sulle donne ha prevalentemente gravato anche la successiva cura del piccolo e del suo benessere affettivo.
Le differenze anatomiche e fisiologiche fra donne ed uomini sono vistose, e non possono non accompagnarsi a inclinazioni e tendenze nella sfera psicologica, adeguate in mole e importanza all’essenzialità della funzione. Questo comprende anche i caratteri comportamentali maschili, anch’essi conformati all’esigenza primaria del successo riproduttivo.
Tuttavia, il comportamento della specie umana è plastico ed adattabile, come testimoniano gli innumerevoli tipi di organizzazione sociale che si sono succeduti nel tempo e nello spazio, nei quali le donne hanno vissuto in condizioni assai diverse; da una situazione, come nell’antica e democratica Atene, poco superiore a quella dei numerosi schiavi, a ruoli anche prestigiosi e importanti, ad esempio, se non prendo un abbaglio, nella Francia degli ultimi secoli.
Ne consegue che la biologia e l’evoluzione non determinano barriere insormontabili nei confronti di progetti di rinnovamento sociale, ma rendono molto complessa e difficile la situazione, che richiede pazienza, intelligenza e saggezza, e non può essere volontaristicamente affrontata con il letto di Procuste.
D’altro lato, le potenzialità umane sono forse tuttora largamente inespresse (qualcuno diceva che siamo ancora nella preistoria), e ciò vale particolarmente, per ragioni storiche, nel caso del sesso femminile; una considerazione che può generare un coinvolgente invito all’operare creativo.
Ma con quali iniziative pratiche?
Il percorso che si prospetta non ha, mi sembra, punti di approdo preordinati, se all’obiettivo dell’uguaglianza, magari improntata all’imitazione del mondo maschile attuale, si preferisce come guida – anche in accordo con quanto sopra brevemente notato – il principio di parità di diritti e opportunità.
Su questa via molti progressi sono stati fatti, e si deve operare perché altri possano seguirli; nella prospettiva che attraverso una vasta sperimentazione, in cui si esprimano liberamente aspirazioni e inclinazioni, possa essere raggiunto un buon equilibrio di partecipazione maschile e femminile alle diverse attività. Senza che questo significhi predominio maschile nei ruoli più importanti, anzi non è improbabile che ne deriverebbe uno femminile; nel quadro comunque di un complessivo arricchimento sociale.
Ovvi al riguardo gli interventi negativi: rimuovere le cause ostacolanti, assicurare libertà di scelta. Qui il percorso sembra avviato, anche se con difficoltà e conflitti.
Ma più difficili appaiono gli interventi positivi, fra i quali potrebbero avere una decisiva importanza quelli educativi, volti in primo luogo a favorire capacità, fiducia e aspirazioni, in un quadro di rispetto e comprensione reciproci.
Abbastanza distinta e separata, ma fondamentale, mi appare la questione del rapporto fra uomini e donne entro la sfera affettiva-sessuale.
La materia è esplosiva, e viene coinvolto in modo non sempre controllabile il profondo. L’evoluzione ha concentrato qui, e a ragione, tutti i suoi mezzi più potenti (per parlare figurato). Sono messe in questione la felicità e l’autostima. E la situazione è particolarmente complicata nel mondo attuale, nel quale il sesso ha acquisito un’importanza esorbitante, mentre altri modi di realizzazione personale sono poco praticabili.
Non sorprende quindi che, specialmente in soggetti deboli o con patologie psichiche, si possano verificare casi distruttivi estremi, che spesso si rivolgono anche contro lo stesso autore, e talvolta si concludono con un suicidio.
Sono ovviamente eventi orribili e inaccettabili, e la loro frequenza attuale allarma. Ma forse sarebbe richiesto un più attento esame delle singole situazioni, e in qualche caso alla condanna sarebbe giusto unire la pietà.
Non va poi sottovalutato che oltre a questi casi estremi ce ne sono molti altri meno vistosi, ma che affliggono tante persone.
Gli strumenti di attenzione e intervento esistenti richiedono certo un potenziamento ed una valorizzazione; tuttavia anche in questo caso, mi sembra, dovrebbero essere parallelamente sviluppate iniziative educative capaci di offrire a donne e uomini un riferimento equilibrato e rasserenante, inclusivo anche degli aspetti affettivo-sessuali. Ma qui si aprirebbe la complicata questione del rapporto fra interventi educativi e libera spontaneità individuale, fondamentale in un campo così delicato.Va considerato, infine, che ogni progettualità dovrà collocarsi entro la realtà attuale, nella quale appare in corso una rovinosa regressione antropologica, al cui termine potremmo trovarci in una nuova povertà, economica, sociale e culturale.
Da qui un invito ad affiancare la giustificata competizione fra i sessi con lo sforzo per un’attività solidale di uomini e donne, che eviti che la parità, anche se ottenuta, si collochi in un panorama condiviso ma degradato. Lorenzo Fiore
Fascination
All’uso d’armi di fascinazione
di massa viene la donna istruita
da natura e da lunga tradizione,
e ne sa far ricorso nella vita.
Ma se trascura la sua dotazione,
per scegliere una via scabra ed ardita,
può adire inusitata dimensione,
seppure a rischio d’esserne ferita.
E se rivolge poi serena cura
agli arsenali suoi ma non ne abusa,
e una vita più ricca e più matura
cerca, ed intelligenza e impegno usa,
può attinger grazia che all’uomo è negata,
di forza e gentilezza rischiarata.
Sentimentalismi d’antan
Il sogno per la mia vita futura
è affetto e dedizione coltivare;
e mi commuove, quasi mi spaura,
questa mia grande volontà di amare.
Cerco intorno chi voglia prender cura
di quel tesoro che saprei donare;
ma chiedo pure che in ugual misura
sia uno che lo possa meritare.
Giorgio? E’ brillante ma volto in se stesso,
si lascia abbindolar come un bambino,
il vero amor con lui non è concesso.
Luca? Mi fa la corte, poverino,
scrive poesie, ma il suo tono è dimesso;
senza contare ch’è anche bruttino.
Lorenzo Fiore – Sonetti tratti da L.F. Conti aperti con il Mondo, YCP, 2020
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