Lia Levi e “Il braccialetto”: una lezione di vita

10822427_10203832506870992_1175005524_nLa splendida atmosfera del Teatro Comunale di Novoli ha accolto con impareggiabile partecipazione la storia e la testimonianza di una donna di valore, Lia Levi che, con il suo romanzo “Il braccialetto”, presentato nell’ambito della rassegna “Aspettando Vitulivaria”, curata dall’associazione culturale “Viva Mente”, in collaborazione con il Comune di Novoli, ha commosso e coinvolto la platea, attenta ed emozionata. Dall’aspetto fragile ma nello stesso tempo volitivo e determinato, la scrittrice romana di origini piemontesi ha catturato soprattutto l’attenzione dei giovani studenti della scuola secondaria di primo grado  dell’Istituto comprensivo di Novoli, presenti con le loro insegnanti ed il Dirigente Scolastico nonché del pubblico che, al termine, ha intessuto con l’autrice una sorta di dibattito sui temi rappresentati nello stesso romanzo.

L'attrice Rosanna De Nigris legge un brano tratto da "Il braccialetto"

L’attrice Rosanna De Nigris legge un brano tratto da “Il braccialetto”

Impressiona la forza di questa donna, testimone di una pagina di storia che tutti noi vorremmo non avere mai vissuto e che ci fa vergognare  per le atrocità di cui si è macchiata; ebbene, Lia Levi narra con leggerezza, non soffocando però il dispiacere per la presenza di pregiudizi che, sebbene latenti, affiorano alla minima occasione per dimostrare una differenza che non è stata ancora superata. Mi ha colpito prevalentemente un punto del suo racconto, quando allude all’uso del “voi” usato da alcune persone  che ha conosciuto durante la sua vita, con chiaro  riferimento ad una razza, appunto quella ebrea,  da indicare a parte. Ho notato in questo suo accenno una nota di innegabile fastidio che, con grande intelligenza, ha sempre gestito nel corso degli anni e che l’ha fatta diventare quella che poi è oggi.

La scrittrice Annalisa Bari dialoga con Lia Levi

La scrittrice Annalisa Bari dialoga con Lia Levi

Conversando con lei, si apprende l’importanza della vita e  alla domanda che le ho posto: “Si sente diversa per essere ebrea? E’ fiera di esserlo? Quanto ha pesato il suo essere ebrea sulla scelta di fare la scrittrice?”, Lia Levi ha risposto con la sua esemplare semplicità: “Siamo tutti uguali e siamo tutti diversi. Non c’è alcuna ragione di essere fieri di quello che si è, se si è alti o bassi, se si parla un dialetto invece di un altro, e così via. Io sono ebrea, non ho ragione di esserne fiera né di vergognarmene. Sono bianca, sono ebrea, sono piemontese, sono italiana e vorrei che tutti potessero essere felici, sani, rispettati.  La parola magica è proprio il rispetto. Essere ebrea non ha pesato sulla scelta di fare la scrittrice, ma mi ha fornito gli strumenti della mia scrittura, cioè i miei ricordi diretti o indiretti che poi hanno costituito spesso (non sempre) il fondamento di molti miei romanzi”.  Le ho chiesto, inoltre, come mai si reca spesso nelle scuole ad incontrare i ragazzi e anche il motivo che la spinge a scrivere  libri per bambini e adolescenti,  e lei ha raccontato che scrivere per loro ha significato aprirsi a una dimensione nuova, interrogativa. “Negli incontri e nei racconti destinati ai bambini si mettono a fuoco soprattutto i sentimenti e  con gli adolescenti si possono  mettere a confronto anche le varie idee ed affrontare  le debolezze umane”.  Così ha concluso Lia Levi il nostro colloquio e mi ha salutato con un sorriso aperto, pulito, sereno, onesto. Una grande persona in una piccola donna. Grazie di cuore per questa lezione di vita!
Maria Rosaria Teni

 

Informazioni su culturaoltre14

Rivista culturale on line creata e diretta da Maria Rosaria Teni. Abbraccia diverse prospettive in ambito culturale, occupandosi di letteratura, studi filosofici, storico-artistici, ricerche scientifiche, attualità e informazioni varie sul mondo contemporaneo. Dedica particolare attenzione alla poesia ed alla narrativa, proponendo testi, brevi saggi, dissertazioni, racconti, riflessioni, interviste e recensioni.
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